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Il Commissario Massimo Scura cede alle pressione mediatica e politica e fornisce un’apertura al confronto sui decreti di riordino della rete ospedaliera che hanno fatto esplodere una rivolta totale tra gli operatori calabresi. Tra i gesti più eclatanti della protesta c’è stata senza dubbio la scelta dei primari dell’ospedale di Vibo che avevano rassegnato le dimissioni, mettendo in allarme anche la Prefettura preoccupata sia per il diritto alla salute dei cittadini, che per la stessa tenuta dell’ordine pubblico. Tanto che è stato proprio il prefetto Carmelo Casabona a provare a mettere le parti intorno ad un tavolo per trovare una mediazione.
E, così, al termine di un incontro durato due ore e mezza le distanze tra i primari dell'ospedale civile di Vibo e il commissario regionale Scura, si può affermare che qualcosa inizia a sbloccarsi. "Il decreto 30 - ha detto Scura - mantiene 16 primariati ed aumenta di 81 unità i posti letto dello spoke Vibo-Tropea, portandoli a 287. In ogni caso, come ogni decreto, anche questo è migliorabile, per cui se ci sono proposte ragionevoli io sono qui”.
Per la prima volta, insomma, il commissario non difende i decreti come fossero il vangelo e apre a possibili modifiche. Anche se non ha mancato di criticare fortemente il tipo di protesta che i medici di Vibo hanno scelto per manifestare il proprio dissenso, decidendo inoltre di inviare la lettera di dimissioni al Ministero e non all’Ufficio del commissario.
All'incontro, oltre al prefetto e al commissario Scura, erano presenti anche il direttore generale dell'Asp Angela Caligiuri e i dottori Domenico Consoli e Michele Soriano in qualità di portavoce dei primari.
“Vibo è un territorio molto fragile – le parole di Casabona a Scura - e richiede pertanto un’attenzione amorevole. Spero dunque che si trovino soluzioni ai problemi sul tappeto. Quali dovrete essere voi a dirlo. I tecnici siete voi, non io".
L’apertura di Scura, dunque, potrebbe portare al congelamento delle dimissioni dei primari che stanno valutando il da farsi.
Prudente la prima valutazione della deputata grillina Dalila Nesci: "Commissario - ha detto - stavolta ha dato un segnale alla presenza degli stessi medici che hanno rimesso il mandato per causa delle amputazioni strutturali subite dall'ospedale vibonese, della ripetuta mancanza d’ascolto e di una gestione della sanità regionale con innumerevoli falle. Come deputato della Repubblica vigilerò ogni giorno perchè le sue rassicurazioni siano al più presto riportate in atti concreti e propri. La realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia e degli altri previsti dall'accordo della Regione col ministero della Salute - ha precisato la parlamentare M5s - non ha nulla da vedere con la struttura commissariale, che in maniera impropria seguita a ritenersi titolare e prospetta scenari di pura fantasia”.
Da capire, infine, che ripercussioni potrà avere in casa Pd la nuova presa di posizione di Scura. L’apertura del commissario, che evidentemente avrà avuto tali disposizioni anche a seguito della missione calabrese di Renzi e Lotti, pare comunque un segnale che l’era Scura non si chiuderà così presto come qualcuno iniziava a pensare, soprattutto nell’entourage del governatore Mario Oliverio. Evidentemente l’intenzione dei colonnelli romani è quella di fare ancora un tentativo per capire se la difficile convivenza potrà trovare un qualche equilibrio. Al governatore Oliverio la scelta sul come accogliere il segnale di Scura. Una decisione che pare destinata ad avere un peso anche sugli equilibri interni dei democrat di Calabria.
Riccardo Tripepi