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Nell’era dei social da qualche anno, anche la Festa della Donna, diventa argomento di scontro tra coloro che ritengono che bisogna rimettere questa ricorrenza, nei binari delle antiche radici e tra coloro che, invece, seguendo le mode e il business commerciale, ritengono altresì di festeggiarla in maniera leggera tra cene e discoteche. Personalmente credo che, le due visioni, possano tranquillamente convivere. D’altronde, se in occasione di questa festa, delle mamme, delle casalinghe e non solo loro, sentono il bisogno di ritagliarsi una serata leggera per dedicarsi completamente a loro stesse, mollando così, per una sera, figli, casa e responsabilità al proprio compagno, in fondo, anche la libertà di tale scelta, è il risultato delle battaglie lunghe e complesse che, nel corso della storia, hanno condotto i vari movimenti di emancipazione femminile.
Lasciamo dunque perdere questa inutile disputa e lasciamo che le donne si vivano questa ricorrenza come meglio credono, soprattutto all’insegna di un solo atteggiamento: la libertà. I giudizi snob di alcune donne su altre donne, in relazione a come si vive la festa dell’8 marzo, oggettivamente, sono fastidiosi e, per certi aspetti, privi di quel rispetto sul ruolo della donna nella società per il quale generazioni di femministe hanno combattuto e hanno pagato un prezzo pesantissimo.
Festa o non festa, dunque, ricordiamoci però di mantenere alto il livello di attenzione sulla questione femminile. Le grandi conquiste, la battaglia per la parità, la battaglia contro la violenza sulle donne, la libertà di scegliere il proprio destino, il divorzio, la legge sull’aborto, il diritto al lavoro, sono ancora messe in discussione nell’occidente e, in alcuni casi, sono ancora da conquistare in ogni parte del mondo. In alcuni aree, penso ad alcune realtà islamiche, addirittura siamo all’anno zero. In Arabia Saudita alle donne è vietato guidare e in altri paesi sono prive dei più elementari diritti umani. L’8 marzo dunque, serve a mantenere alta l’attenzione su questi aspetti e, a ricordarci oltre che, a farci comprendere che la battaglia è ancora lunga e complessa.
Questa data, l’8 marzo venne scelta giusto un secolo fa, il 1917, a San Pietroburgo, ed e’ legata ad una manifestazione di pace. Le delegate della conferenza delle donne comuniste, infatti, scesero a manifestare per chiedere la fine della prima guerra mondiale. Le donne, dunque, sono innanzitutto portatrici di pace e di vita. La nostra bellissima regione, la Calabria, terra di sole ma anche di violenza, ha bisogno proprio di una vera rivoluzione al femminile per sradicare le radici della cultura mafiosa che ci portiamo dentro.
Sperare in un mondo sempre più disegnato al femminile, sperare che il potere sia prevalentemente occupato dalle donne, significa sperare in un futuro di pace e prosperità. Buon 8 marzo a tutte e tutti.
Pasquale Motta