Solo la mente di un idiota (e allo stato non sappiamo chi sia), avrebbe potuto partorire una simile stupidaggine, un idiota però, ricordiamolo, assoldato dall’amministrazione cittadina che, in tutta la vicenda, si è distinta per leggerezza e approssimazione. Il Sindaco, seppure lentamente, ha riconosciuto l’errore, ha chiesto scusa e ha annunciato l’immediato ritiro della brochure. Il minimo per limitare i danni. Un danno d’immagine che ha già oltrepassato i confini nazionali, infatti, qualche rivista  internazionale legata alle comunità ebraiche, ha comunque messo sotto tiro la scelta, prendendo a pesci in faccia  la città di Cosenza e, di conseguenza, la Calabria. A questo punto, ci pare inevitabile e non rinviabile che il Sindaco assuma la decisione di liquidare rapidamente i pubblicitari ai quali aveva affidato questa demenziale campagna e, infine, censuri i funzionari che avrebbero dovuto sovraintendere al tutto e che, invece, hanno sovrainteso poco o niente. Tutto ciò, forse, potrebbe far recuperare un po’ di decoro ad un intera città. Alla luce di queste considerazioni, dunque, ci stupisce la posizione dell’ outsider renziano nella città bruzia, Marco Ambrogio, il quale, almeno a leggere la sua dichiarazione, si è rivelato molto più preoccupato a ridimensionare l’accaduto dello stesso sindaco Occhiuto. Misteri di una certa spregiudicatezza, figlia del peggior sottoprodotto della “leopoldina” in salsa bruzia? Può darsi. E tuttavia, vorremmo ricordare al giovane Ambrogio, prima che ad Occhiuto, che Himmler non fu un criminale nazista qualsiasi, fu l'inventore delle camere a gas, colui che sperimentò e scelse il metodo più efficace per trucidare il maggior numero possibile di ebrei, deportati da ogni parte d’Europa, nei vari campi di sterminio a bordo dei treni della morte. Associare la foto di un criminale di questa taglia per promuovere una campagna di scavi archeologici nella città di Telesio, nella provincia di Gioacchino da Fiore, nella provincia dell'ex campo di Ferramonti, nella provincia nella quale da lustri, i rabbini ebraici vengono per scegliere il cedro per le loro funzioni religiose, nella città che ha avuto fior di antifascisti nel suo albo di figli illustri, è stata una mastodontica e paradossale idiozia.  Il sintomo dell'approssimazione culturale di alcuni nostri amministratori e dei loro ignoranti collaboratori. Una malattia, quella dell’approssimazione, tra le più difficili da estirpare nella nostra regione. Una malattia che bisogna arginare rapidamente e ciò, nonostante opportunismi e prese di posizione spesso incomprensibili o semplicemente demenziali. L’approssimazione più l’idiozia, è una miscela che, spesso, fa male a questa terra più dei suoi atavici problemi come il sottosviluppo e la ‘ndrangheta. In Calabria, politici e amministratori  hanno lanciato svariate campagne per promuovere i nostri territori, così di volta in volta, spacciandole come provocazioni culturali, c'è stato chi ha fatto ballare i bronzi, chi ha scomodato Oliviero Toscani, chi ha utilizzato il cuore di Gattuso, in realtà, si rivelarono costose, incomprensibili e inutili boiate. Mario Caligiuri, ex assessore alla Cultura della Giunta Scopelliti, per esempio, all’epoca in cui era sindaco di Soveria Mannelli provò addirittura a far piangere una statua di Garibaldi collocata nel municipio e, qualche tempo dopo, accolse nel paese risorgimentale l'erede dei Borboni con gli onori riservati alla visita di un Capo di Stato. Insomma boiate su boiate che non hanno fruttato niente in termini di crescita turistica, ne tanto meno, in termini di crescita economica. Milioni di euro sperperati per ingrassare potenti agenzie pubblicitarie (con le quali intrattenere rapporti), in gran parte allocate fuori regione. E dopo anni, il problema della nostra regione rimane quello di sempre:   il gap dell'immagine della Calabria in Italia e nel mondo. Un problema enorme. Pensate, alcune imprese che producono prodotti di eccellenza in questa Terra, sono costrette ad omettere dal marchio dei loro prodotti l'ubicazione aziendale, e ciò perché, la provenienza Calabria, potrebbe rappresentare un freno sul piano commerciale. Di fronte a tutto ciò, la testa di Garibaldi che piange, Gattuso che si commuove, e ora la foto di Himmler sulla brochure di Cosenza sono semplicemente un cumulo di burle, alcune anche infami, messe in atto da un stuolo di irresponsabili idioti che, per responsabilità degli stessi calabresi, abbiamo spedito a gestire la Res-Pubblica.


Pasquale Motta