Il 21 di febbraio Gianni Fanello ha raggiunto l’importante traguardo degli 80 anni. Egli da qualche tempo è tornato nella sua Pizzo dove, oltre che dalla sua famiglia d’origine, è stato accolto con molto affetto e calore da amici e conoscenti, suoi tifosi.
Il Fornaretto di Pizzo, così chiamato perché da ragazzo dava il suo apporto nel panificio di famiglia, cresciuto calcisticamente nella squadra della sua città è passato nel 1958 al Catanzaro militante in Serie C. e, con le Aquile Giallorosse, nella stagione 1958/1959, fu artefice della promozione in Serie B. Nei due anni di permanenza nella città calabra realizzò sessanta presenze e ben 30 reti.
Acquistato dal Milan e ceduto all’Alessandria, nella trattativa che portò Gianni Rivera nella città meneghina, nel campionato di serie B 1960-61 (a 20 squadre), in maglia biancazzurra ebbe modo di evidenziare tutto il suo valore di attaccate di razza. La sua caratteristica primaria, oltre alla velocità di esecuzione, il grande senso acrobatico, il fiuto del gol, nonostante l’altezza di appena un metro e 69 centimetri, era il colpo di testa. Ed è qui che ha vissuto la sua stagione più esaltante, stabilendo il record di goal in Serie B, 26 reti in 38 partite, tutti su azione, rimasto imbattuto per ben 38 anni e guadagnandosi due convocazioni e realizzando un goal nella Nazionale Olimpica.


Dopo l’Alessandria, va a Napoli, sempre via Milan, per la considerevole cifra di 150 milioni di lire. Qui il giocatore di Pizzo nella stagione nel 1961-1962 conquista la Coppa Italia e la promozione in Serie A. L’anno successivo, alla conseguente partecipazione alla Coppa delle Coppe segna 3 reti. Sceso il Napoli in Serie B fu ceduto al Catania e dopo un alternarsi tra queste due squadre, giocò nel Torino e nella Reggiana, dove, nel 1970, concluse la sua carriera calcistica con un bottino di 80 presenze e 17 reti in Serie A e 218 presenze e 71 reti in Serie B.


Dopo il calcio Gianni Fanello con la famiglia si trasferisce a Roma dove dopo un periodo di adattamento intraprende l’attività di informatore medico farmaceutico. Nonostante la sua popolarità a Pizzo sia stata sempre alta, egli ha sempre vissuto i suoi momenti napitini con semplicità e cordialità, mai sottraendosi alle attenzioni dei paesani che lo hanno sempre osannato, ricordando, soprattutto le sue sfide calcistiche locali, prima che calcasse i prati degli stadi di Serie A e Serie B. In modo particolare le dispute con i vicini della compagine Vibonese, acerrimi rivali in quei campionati di fine anni ’50.
Oggi, l’ottantenne, il Fornaretto di Pizzo, dopo tanti anni vissuti a Roma e dopo la morte della moglie, è ritornato nella sua Pizzo dove, circondato da tanto affetto, avverte il calore della sua famiglia e degli amici e sostenitori di una vita.