VIDEO | Del giovane elettricista di Fiumefreddo Bruzio non si hanno notizie dal 9 marzo 2014. La Procura di Paola ha archiviato il caso ma i congiunti non si danno pace
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Carmine Di Santo. Un nome qualunque, una vita apparentemente normale, una scomparsa enigmatica che ci ricorda quanto questa terra tratti i suoi figli con sufficienza. Della storia di Carmine ce ne siamo occupati qualche giorno fa dalle colonne di questa testata, proprio per infrangere quel muro di silenzio e omertà che ha accompagnato questa vicenda sin dal principio e che ora rischia di finire nel dimenticatoio.
I fatti
Ma andiamo per ordine. Siamo nella Riviera dei Cedri, quel lembo di costa calabrese che va da Tortora ad Amantea, nota non soltanto, ahinoi, per l'agrume sacro e profumato. Ci troviamo precisamente a Fiumefreddo Bruzio, dove la terra sotto i piedi si fa a poco a poco più Calabria. Qui, una domenica mattina del marzo di quattro anni fa, scompare un giovane del posto, Carmine Di Santo, di professione elettricista. Ha 34 anni e forse neanche troppe pretese, la sua è una vita semplice, scandita dal lavoro, la cura maniacale per il nonno e le faccende domestiche. Vive in un casolare lontano dalla frenesia, che condivide con suo fratello Giovanni.
Non ha una fidanzata, non ha profili social ed esce di rado. Si addormenta presto e si sveglia ancora prima per allevare il bestiame. Ha un unico vizio, il fumo, e infatti quella mattina prima di andarsene entra in camera di suo fratello a chiederne di averne una.
Poi esce e chiude la porta alle sue spalle. E' l'ultima volta che qualcuno lo vede vivo. Cos'è successo nei minuti successivi nessuno lo sa, forse, ma fatto sta che di Carmine si perde ogni traccia. I suoi documenti li ha lasciati sul mobile in camera, così come il cellulare, e si è incamminato a piedi. Forse attirato da qualcuno, forse costretto. Forse aveva già un appuntamento.
Le indagini
I cani molecolari fiutano la sua presenza fino a un punto che dista quasi un chilometro da casa sua, poi il buio, il che lascia intendere agli investigatori che sia salito su un'auto. Ma con chi? Carmine non si sarebbe mai allontanato volontariamente, dicono i famigliari, e se ne convincono anche in Procura, tanto che di lì a poco si apre un fascicolo a carico di ignoti per omicidio e occultamento di cadavere. La sua rete sociale è ristretta e ben presto si fa strada l'ipotesi del delitto consumato entro la cerchia famigliare. L'indiziato numero uno è il fratello Giovanni, l'ultimo ad averci parlato, ma i sospetti non reggono a lungo. Non c'è una sola prova contro di lui, nemmeno dopo i Ris hanno setacciato l'abitazione e i mezzi palmo a palmo, e non c'è un movente. Giovanni non può essere stato.
Il caso archiviato
Allora chi è stato? Nessuno, dice la Procura di Paola, che a settembre scorso archivia il caso e azzera le indagini. Sulle sorti di Carmine cala il sipario. Definitivamente.
Il giovane non si trova, pazienza. Salvini non protesta, Barbara D'Urso non piange e la stampa nemmeno se ne accorge. La politica forse nemmeno lo sa che non è mai tornato a casa. Nessuno indossa una maglietta rossa e non si organizzano cortei. Nell'era dell'indignazione come se non ci fosse un domani, Carmine Di Santo è invisibile. D'altronde è figlio di due persone normali, cresciuto in una famiglia normale di sette figli, con un lavoro normale e ambizioni normali, dove tutto è troppo normale perché la sua storia finisca nel vortice mediatico o in un salotto patinato della televisione italiana.
Carmine non ha mai partecipato al Grande Fratello, non è un "influencer", non era né ricco né famoso, nella sua storia non ci sono immigrati e neppure grillini da sbeffeggiare. Forse non c'entra neppure la 'ndrangheta e per questo non farebbe abbastanza share. C'è però una terra omertosa che non sa mai niente e neppure vuole sapere, c'è una procura che decide di arrendersi e lasciare sprofondare nel dolore la sua famiglia tra il silenzio generale e c'è una politica completamente assente.
La verità è che Carmine non manca a nessuno, nemmeno alla sua terra, che ha smesso di cercarlo e che forse non la hai mai cercato per davvero. La famiglia continua a lanciare appelli affinché il caso venga riaperto e vengano prese in considerazione alcune ipotesi, finora ignorate, ma nessuno li sente. E dopo tutto le elezioni regionali calabresi sono alle porte e da qui a un anno le preoccupazioni, per tutti, saranno altre. Per politici e cittadini.
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