Berlusconi è in movimento per federare tutto quello che c’è da federare nel campo del centro destra. L’uomo politico, è noto, è un pragmatico. Berlusconi lavora soprattutto a fare massa critica contro il centrosinistra e contro il M5S. Per l’ex cavaliere di Arcore prima vengono i numeri e poi i programmi. Fin dalla sua discesa in campo è stato così. Nel 1994 riuscì a incastrare finanche un accordo tecnico con coloro che, in quell’epoca, apparivano inconciliabili: Fini e Bossi. Oggi il contesto è radicalmente mutato. Salvini al momento è quello che sembra l’uomo forte e anche il più radicale.

 

E tuttavia Berlusconi il “federatore”, come gli piace definirsi ultimamente, sta lavorando per portarlo a miti consigli, soprattutto in relazione alle sue posizioni sull’euro e sull’Europa. A via dell’umiltà sanno bene che non si vincono le elezioni spaventando i ceti moderati. Salvini, inizialmente anti europeista alla La Pen, grazie a questo lavoro ai fianchi del leader di Forza Italia, a poco a poco, ha cominciato a smussare gli angoli, assumendo una posizione più moderata. L’obiettivo dell’ex Cavaliere è riuscire a vincere le politiche e conquistare la maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato. Per riuscire nell’impresa deve fare man bassa di collegi uninominali. Berlusconi spera anche che la Corte Europea gli restituisca il diritto a partecipare alla competizione elettorale in prima persona, le aspettative dalla sentenza sono alte ma, c’è bisogno di più tempo, la proposta di FI di votare a Maggio sia per le amministrative che per le politiche, dunque, non si esclude che vada verso questa direzione.

 

In Calabria il grosso della squadra che dovrà scendere in campo nei collegi uninominali dovrebbe essere quasi pronta. Secondo autorevoli indiscrezioni le direttive del leader di Forza Italia sono chiare: gli outsider dovranno essere tutti impegnati e schierati nei collegi. Ergo, amministratori, consiglieri regionali, ma anche personalità dell’imprenditoria e della cosiddetta società civile, sono tutti allertati. D’altronde la legge elettorale è chiara, è dal risultato dei collegi uninominali che si giocherà la partita per ottenere la maggioranza a Camera e Senato e, dunque, governare senza ricorrere a governi di larghe intese. Il risultato siciliano d’altronde, in tal senso, ha galvanizzato tutto il cdx. Gran parte dei big calabresi, dunque, saranno in campo e, molto probabilmente, saranno candidati nei collegi proporzionali. Dentro questo schema indicato all’ex Cavaliere, si stanno muovendo i dirigenti calabresi del centrodestra per disegnare le candidature, uno schema che, comunque, Roberto Occhiuto, in qualche modo aveva confermato nel corso dell’intervista che ci aveva rilasciato a “Pubblica Piazza”.

 

A Cosenza quasi sicuro il tandem Roberto Occhiuto e Iole Santelli. Un tandem che, tra l’altro, è stato sperimentato sul campo e con successo con la riconquista della città di Cosenza. Occhiuto dovrebbe correre per il cdx nel collegio Camera della città Bruzia, mentre la Santelli potrebbe correre per il Senato. Probabile anche la candidatura del Sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci.

 

 


Catanzaro, alla luce del risultato delle comunali, si conferma anch’essa città roccaforte del centrodestra.
Alla luce di ciò, in molti nel centro destra vedrebbero bene un tandem tutto catanzarese costituito da Wanda Ferro e Mimmo Tallini. E, tuttavia, sulle candidature catanzarese qualche problema interno potrebbe esserci.

Infatti se appare quasi certa la candidatura di Wanda Ferro, le indiscrezioni parlano del collegio senatoriale. Per la Camera, invece, c’è un po’ di traffico. Mimmo Tallini sarebbe pronto a correre per conquistare lo scranno della Camera nel collegio del capoluogo che, tra l’altro, comprende anche la città di Lamezia Terme, ma ci sarebbero due problemi: il primo riguarda la coalizione, il secondo gli equilibri territoriali. Nel collegio catanzarese e, precisamente a Lamezia Terme, risiede il coordinatore regionale del movimento “Noi con Salvini”, Domenico Furgiuele, per il quale sembra si stia spendendo direttamente il segretario della Lega, e poi ci sarebbe l’aspirazione, ormai non troppo velata, del consigliere regionale di FI, Mario Magno, il quale in una nota invita FI a tenere conto degli equilibri territoriali che, tradotto, significa: se al Senato si candida un catanzarese alla Camera bisognerà candidare un lametino. La partita dunque è tutta aperta. Altra certezza la candidatura di Giuseppe Mangialavori a Vibo Valentia, che quasi certamente sfiderà Bruno Censore per il Pd.

 

 

A Reggio Calabria appare ormai quasi certa la candidatura di Alessandro Nicolò, capogruppo di FI al consiglio regionale, il quale potrebbe essere anche contestualmente candidato nel collegio plurinominale proporzionale alla Camera. Tutto in alto mare ancora per il collegio di Palmi e quello del Senato.

Anche per il cdx come per il cds, le elezioni politiche sono propedeutiche alla costruzione della coalizione in vista delle regionali. Fin qui le coalizioni politiche maggiori. Tuttavia a breve si comprenderà cosa faranno alcune formazioni centriste apparentemente minori, tra le quali AP, l’area di Casini, l’area fondata da Verdini che in Calabria hanno nomi di peso come i fratelli Gentile, Pino Galati e tanti altri. Tali formazioni se si presenteranno divise potrebbero essere innocue ma federate tra di loro potrebbero registrare numeri importanti e, dunque, fare la differenza.


(fine seconda parte)


Pasquale Motta

 

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