Il vero Natale non sono le nostre tavole con le 13 portate di ordinanza. Non sono i regali che scambiamo tra parenti e amici. Tantomeno i costosissimi dolci, i panettoni artigianali, gli ottimi vini. Cose che ci stanno tutte, per carità. Solo che prima di sedere a tavola la sera della Vigilia o per il pranzo del giorno di Natale, dovremo almeno per un momento pensare a quel Bambino nato in una stalla, da genitori che scappavano, nel gelo di quella notte di fine dicembre.

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Un’esperienza diversa l’abbiamo vissuta proprio il giorno dell’anti vigilia. Il giorno prima arriva la telefonata del presidente del gruppo Pubbliemme-LaC Domenico Maduli: «Franco, vieni che andiamo al Centro di solidarietà don Mottola di Tropea? Vorrei portare un panettone a tutti e qualcosa per aiutarli a trascorrere un buon Natale». 

Tropea è la capitale del turismo, del mare, della bellezza della Calabria. Difficile associarla ad un centro di solidarietà per gente con gravi problemi, senza famiglia, con notevoli disabilità, con evidenti stati di bisogno e di continuo sostegno. Assistiti amorevolmente da un gruppo di volontari, quasi tutte donne, non più giovanissime, che da molti anni garantiscono cura e assistenza a tanta povera gente che non ha niente, e diversi di loro non hanno nessuno. 

Con loro c’è don Ignazio, un anziano prete da molti anni al loro servizio, c’è la responsabile del Centro che è qui dal 1983, quando è nata questa struttura ospitata nei locali dell’ex seminario, ora semi abbandonato, messo a disposizione dalla diocesi. Tutto sa di povertà materiale, ma di tanta ricchezza di spirito. Somiglia molto alla Casa della Carità, così come la voleva il beato Francesco Mottola, accogliente per tutte le situazioni di povertà.

Gli ospiti del centro capiscono che sta succedendo qualcosa, partecipano a questa giornata particolare, gustano il panettone che è stato portato per l’occasione, recitano una preghiera. Applaudono quando viene stappato lo spumante. Piccoli gesti, cose semplici ma non scontate, anche qualche foto di gruppo. 

Tornasse oggi, Gesù Bambino nascerebbe probabilmente in un paese in guerra, nel gelo dell’Ucraina bombardata, fra le donne afghane devastate dall’odio, fra ragazzi e ragazze iraniane che lottano per la libertà e vengono massacrati, tra i ragazzi della Striscia di Gaza, fra i disperati che la notte dormono sui marciapiedi di Roma, Milano, Parigi, New York. Forse nascerebbe a Tropea, nel Centro di solidarietà, o forse fra i ragazzi della Casa Exodus di Caccuri che lottano per liberarsi dalla dipendenza della droga. O fra i bambini dell’associazione Sabir di Crotone. O magari nascerebbe in un barcone stracolmo di profughi alla deriva nel Mediterraneo, e che nessuno in Europa vuole accogliere.

Lo speciale su LaC Tv

Domenica 25 alle 16 su LaC Tv vedremo una puntata speciale dedicata ad un Natale piuttosto speciale, “Illuminiamo il Natale”. Un viaggio in tante realtà, ma anche un viaggio nella speranza.