È online “Una tranquilla domenica con i boss della ‘Ndrangheta”, il nuovo cortometraggio realizzato dal massmediologo e giornalista Klaus Davi e prodotto dal network calabrese LaC.

Il video ritrae per la prima volta il rito della firma dei sorvegliati speciali della mafia calabrese presso la caserma di Archi, quartiere difficile di Reggio Calabria. Tra i boss che sfilano si vedono i De Stefano – considerati i fautori della modernizzazione delle 'ndrine – i Polimeni, i Barchetta. Il filmato è arricchito anche con testimonianze di persone comuni accusate di reati minori non riconducibili alla ‘Ndrangheta.

Tra i personaggi più noti, anche a livello internazionale, che il massmediologo ha tentato di interpellare ci sono Orazio De Stefano, membro apicale della omonima famiglia, Paolo Rosario De Stefano, indicato nel 2008 dalla Polizia di Stato come uno dei 30 latitanti più pericolosi e Davide Polimeni, fratello di Domenico, considerato membro di spicco del clan Tegano. Tutti hanno saldato il loro conto con lo Stato, ma restano sorvegliati per la loro acclarata pericolosità sociale.

Orazio De Stefano in particolare, è cognato di Francesco Chirico, dirigente della Regione Calabria, finito in manette nell’inchiesta Mammasantissima promossa dalla Procura di Reggio Calabria, che mette in luce una presunta connessione tra mafia, istituzioni e politica. Per questa indagine è finito in carcere anche il senatore Antonio Caridi.

Il lavoro di documentazione di Klaus Davi, svolto per la Rai e anche per il network calabrese LaC, nel corso di questi mesi, ha ricevuto ampi riconoscimenti tra cui il Premio Livatino – Saetta – Costa e il Premio Penisola Sorrentina.

Lotta alla ‘ndrangheta, il Premio internazionale “Livatino-Saetta-Costa” a Lac Tv e Klaus Davi

«Sono consapevole del pericolo a cui vado incontro nel realizzare questi servizi – ha detto il massmediologo – ma il servizio pubblico non può esimersi di mostrare il volto e le facce della mafia più potente del mondo. Quello che sto facendo l’ho imparato da un grande inviato di un importante telegiornale della Rai, il Tg2, che si chiamava Giuseppe Marrazzo il mitico e indimenticato Giò» .