Promuovere il risparmio energetico. È con questa motivazione che l’Istituto comprensivo di Mileto ha adottato la settimana corta. Tradotto in parole povere, il sabato si resta tutti a casa. Una giornata in cui le luci dei plessi scolastici, e in inverno anche il riscaldamento, rimarranno spenti, lo scuolabus fermo e pure il traffico automobilistico dovrebbe subire una flessione. C’è però un piccolo prezzo da pagare: bambini e ragazzi resteranno in classe un’ora in più dal lunedì al venerdì.

Dopo i primi otto giorni di lezioni in cui sarà in vigore l’orario ridotto, da lunedì 26 settembre nelle scuole elementari e medie di Mileto e della frazione Paravati la campanella suonerà invece alle ore 8, mentre l’uscita sarà alle 14. Sei ore di lezione, dunque, al posto delle cinque dell’anno scorso quando l’orario era il seguente: 8:30 – 13:30. Niente lezioni il sabato. La settimana durerà cinque giorni pure per le scuole dell’infanzia di Comparni, Mileto e Paravati.

Scelta in controtendenza

Una scelta, quella dell’Istituto guidato dal dirigente Antonello Scalamandrèin controtendenza rispetto a quanto affermato dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, secondo il quale è bene risparmiare ma non sulle spalle di bambini e ragazzi. «Non abbiamo mai parlato di settimana corta in Consiglio dei ministri. Si può fare come piano didattico, nell’autonomia delle scuole, ma non come misura di risparmio energetico. Sono contrario ad affermare che poiché c’è un’emergenza, la scuola deve essere la prima a pagare», aveva spiegato qualche giorno fa il ministro. E sul risparmio energetico aveva precisato: «Le scuole hanno sempre fatto la loro parte, con Comuni e Province. Non ci tireremo indietro, ma non si può partire dalla scuola. È l’intero Paese che deve cambiare direzione rispetto ai consumi».

Il no di Occhiuto alla settimana corta

Posizionato sul no alla settimana corta anche il presidente della giunta della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, al contrario invece del suo collega lombardo Attilio Fontana che ha aperto all’ipotesi. «I nostri ragazzi, dalle elementari alle superiori – ha spiegato Occhiuto –, hanno già sofferto tanto negli ultimi anni a causa della pandemia e non meritano di subire nuove limitazioni: né scolastiche, né di vita sociale. Ogni iniziativa per contenere i consumi è ben accetta, ma la scuola non si tocca e gli istituti, a mio parere, devono tornare ai ritmi didattici pre-Covid, mantenendoli».

L'Associazione nazionale presidi favorevole alla settimana corta

Chi, invece, è d’accordo con l’opzione settimana corta è Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), il quale ha affermato: «Su 8.000 scuole quelle con il sabato libero sono oltre 4.000. Sono favorevole a questa ipotesi perché innanzitutto le famiglie hanno modo di passare più tempo insieme durante il weekend, e poi indubbiamente potrebbe esserci un risparmio energetico di circa 1/6 per gli enti locali. Ovviamente andrebbe previsto di allungare il riscaldamento negli altri giorni in cui verrebbe protratto l’orario di lezioni, ma un impianto già in funzione consuma meno energia rispetto all’accensione in un nuovo giorno». Secondo Giannelli, insomma, «potrebbe essere un piccolo contributo al risparmio energetico».