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“La cura delle piccole cose fa la differenza”.
È l’insegnamento che a Luciano Ricci arriva da cinque ragazzi molto speciali. A Catanzaro è nato il micro birrificio solidale “Solid Ale Beer”, nel quale lavorano Alessandra, Ester, Federica, Manilo e Salvatore. Ragazzi con disabilità cognitive, la maggior parte portatori della sindrome di down. Sono già lavoratori effettivi. L’idea è sorta a Luciano Ricci, avvocato di professione, che non ha esitato a parlarne con gli amici, Luciano Raso e Massimo Pisanelli. È stata subito fondata la cooperativa e i soci hanno personalmente investito quanto economicamente necessario, senza aiuti statali.
“Produrre birra artigianale è il mezzo non il fine. Al centro è la persona”, ci tengono a sottolineare i soci fondatori. Si è avviata subito la collaborazione e l’intesa con Marina Dominianni, referente dello sportello informativo dell’Aipd, per facilitare il lavoro.
Per i giovani è la prima esperienza lavorativa. Sono stati entusiasti di cominciare a lavorare, imparare e soprattutto insegnare.
In questa realtà infatti, tutti imparano da tutti. Gli ingredienti principali sono l’ascolto, l’attenzione, il rispetto e la passione. I novelli “maestri birrai” insegnano ai ragazzi “come produrre la birra”, e come si utilizzano gli strumenti di laboratorio, seguendoli passo dopo passo anche grazie all’aiuto dell’Aipd.
Mentre i ragazzi insegnano agli adulti la cura delle piccole cose che richiede tempo e amore. “Oggi si corre. Non si riesce a fare bene nulla”, dichiara Massimo. “I ragazzi ci aiutano a dare ad ogni cosa in cui ci adoperiamo il giusto valore. La ricetta è semplice, amare, amare, amare”, conclude Massimo. Non è un cammino facile ma gli imprenditori e i ragazzi della Cooperativa intendono percorrerlo insieme. Nella condivisione di spazi e momenti. Un percorso quindi non solo lavorativo. Per questo l’avvocato Ricci afferma di ricordare ogni singola bottiglia “come un microevento”.
I fondatori, grazie a questo progetto, hanno intimamente cambiato il proprio approccio al lavoro. Un progetto che li entusiasma e li anima in maniera molto particolare.
La birra prodotta, preparata con cura, è buona. Il fatto che sia stata realizzata da ragazzi speciali è un valore etico, solidale e morale che non ha paragoni. “I ragazzi esprimono una gioia indescrivibile”, ha affermato Luciano. Il sorriso è di casa e il calore e l’affetto non mancano mai. E la chiave del successo di questa iniziativa, è la fragilità. I catanzaresi hanno voluto potenziarla e dotarla di abilità “diverse”. Il risultato è sorprendente.
Attualmente la “Solid Ale Beer” ha uno stabile, un laboratorio, un sito internet e-commerce, promozioni, promozione e qualità. Speriamo che questo messaggio di solidarietà si espanda e tocchi il cuore di tutti coloro che sorseggeranno la “Solid Ale Beer”.
Rosaria Giovannone