Era il marzo 2017, ma sembrano passati secoli: mancavano diversi mesi all’estate ma l’amministrazione Oliverio, nel pieno delle sue funzioni, annunciava in pompa magna la realizzazione del nuovo portale turistico della Regione Calabria. Si chiamava, anzi si chiama ancora, TurisCalabria: un progetto complesso e ambizioso per l’epoca, con una redazione dedicata, la possibilità di realizzare itinerari personalizzati e la voglia di mettersi in paro con le altre regioni. L’apertura dei canali social, poi, rappresentava la svolta copernicana: “Yes we can”, si può fare, grandi speranze e voglia di fare riempivano le sale di Germaneto

A più di quattro anni di distanza dall’inizio di quell’avventura, non si può fare altro che certificare il fallimento dell’operazione: TurisCalabria giace desolato senza aggiornamenti, con le news ferme al 2019 e con i canali social senza nessun post dal 2020. Insomma, non il miglior modo per promuovere il territorio calabrese.

Dal 2006 ad ora, bruciati quasi due milioni

La prima versione di TurisCalabria è datata 2006: l’amministrazione è quella Loiero, i piani sul turismo sono ambiziosi (basti pensare alla campagna di comunicazione curata da Oliverio Toscani) ma i risultati discutibili. Il portale esordisce nel 2007 ma delude le aspettative: lento e statico, complesso nella navigazione. Aldo Giovanni e Giacomo lo definirebbero, senza alcun dubbio, un Garpez: passano gli anni, il portale viene aggiornato e modificato, finché non si decide che è il caso di rifarlo daccapo.

È l’amministrazione Oliverio a metterci mano, il progetto prevede l’introduzione di una parte dedicata all’interazione con gli utenti ed alla loro possibilità di preparare degli itinerari personalizzati. Eppure, sin dal lancio, qualcosa non torna: il motore di ricerca interno restituisce dati sbagliati, mare e montagna si mischiano e i borghi vanno a finire da altre parti. Insomma, una presentazione azzoppata, modificata poi a colpi di patch e con pesanti investimenti nei contenuti.

Dalla redazione dedicata al sito offline durante la BIT

D’altronde, l’investimento per Turiscalabria fu importante: una redazione, i canali social sparati a tutto spiano e una potenza di fuoco importante. Eppure, con il passare del tempo, il lanciafiamme è diventato cerino: siamo al 2019, il progetto inizia ad arrancare e gli aggiornamenti sono sempre più radi. La sezione news è aggiornata in maniera sporadica, i social continuano a pubblicare con una buona frequenza ma succede qualcosa: il sito internet va offline.

Il down dura diverso tempo, addirittura qualche mese secondo qualcuno: fatto sta che alla BIT, la Borsa Internazionale del Turismo, la Calabria si presenta senza la sua vetrina sul web funzionante. Mentre le altre regioni presentano i nuovi portali, i progetti con gli influencer, le strategie commerciali, gli operatori calabresi hanno a disposizione dei filmati in loop e gli amari messaggi di errore dei browser che provano a visitare il sito.

Calabria e turismo, i social sono fermi da un anno

Dopo un lungo periodo di down del principale biglietto da visita turistico della Regione (e diciamolo chiaramente, inaccettabile per un’amministrazione pubblica), il sito torna online ma senza nessun aggiornamento: a visitarlo adesso, sono tantissime le incongruenze e le informazioni ormai errate: le bandiere blu, che nel frattempo sono cambiate totalmente, alcuni impianti termali non sono più attivi (basti pensare alla chiusura di Guardia Piemontese) e tanto altro ancora.

Senza pensare, poi, ai canali social: fino a poco prima aggiornatissimi, gli account di turiscalabria.it si sono fermati di botto a giugno del 2020. Da allora niente più: ne un post, un video su Facebook, un tweet, niente di niente. Semplicemente, si è fermato tutto.

Cosa sarà successo? È scaduto l’incarico di chi aggiornava quei canali e nessuno si è preso la briga di occuparsene? La nuova società che gestisce il portale (GPI Spa, in RTI insieme al colosso Invitalia, come si apprende dalla privacy policy del sito in cui è inserito come responsabile esterno del trattamento dei dati) ha l’incarico di manutenere soltanto il sito e non i social?

Qual è l’assurdo e perverso ragionamento secondo il quale una regione, nella quale tutti non fanno altro che pontificare sulla sua vocazione turistica, non debba aggiornare la sua vetrina social, il principale riferimento per milioni e milioni di utenti?

Tutte domande che attendono una risposta da tanto, troppo tempo: eppure quella risposta è necessaria. La pretendono gli operatori turistici, che dopo mesi di buio totale avrebbero meritato un sostegno maggiore. La pretendono i ristoratori, che avrebbero potuto accogliere con il loro proverbiale sorriso i turisti esteri. La pretende una regione intera, circondata da coste e bellezze, che da altre parti si venderebbero molto meglio. Noi intanto ci rileggiamo l’ultimo post della pagina Facebook di Turiscalabria.it: Tropea, Bandiera Blu 2020. 

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