Il consigliere regionale chiede lumi alla giunta Occhiuto dopo gli incidenti registrati nei giorni scorsi: «Serve un immediato confronto con il gestore autostradale per accertare le tempistiche degli interventi che stanno causando diversi disagi»
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Sulla sicurezza nel tratto dell’autostrada A2 tra Pizzo e Sant’Onofrio, interviene il consigliere regionale, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti, Antonio Lo Schiavo. In particolare, il politico vibonese, in una nota stampa spiega: «A seguito dei diversi incidenti che si sono verificati negli ultimi giorni lungo il tratto autostradale tra le uscite di Pizzo Calabro e Sant’Onofrio-Vibo Valentia sull’A2, ho presentato un’interrogazione urgente, rivolta all’assessore regionale ai Trasporti, per chiedere che la Regione Calabria intervenga per accertare le tempistiche degli interventi di ripristino della sede stradale e dunque del conseguimento delle minime condizioni di sicurezza, oggi limitate dalla presenza di cantieri e continui restringimenti di carreggiata».
Il fatto | Incidente sull’A2, tamponamento a catena tra Sant’Onofrio e Pizzo: 10 feriti
Il consigliere regionale ricorda: «I recenti episodi, che hanno visto verificarsi un maxi-tamponamento tra numerosi veicoli ma anche l’avaria di un mezzo pesante che ha causato notevoli code e disagi, in un tratto privo di corsie d’emergenza e per di più a doppio senso di circolazione, impongono un’accelerazione degli interventi di ammodernamento o l’individuazione di soluzione tese a salvaguardare la sicurezza per gli automobilisti e tutti gli utenti della strada. Per tale motivo la Regione Calabria può e deve, a mio avviso, farsi promotrice di un’azione rivolta al gestore autostradale e, nel rispetto delle diverse prerogative nonché della garanzia e completezza degli interventi manutentivi, concertare soluzioni idonee alla rimozione dei fattori di rischio e alla tutela della sicurezza. Mi auguro- chiosa Lo Schiavo - che l’iniziativa possa produrre un’utile interlocuzione nell’interesse collettivo e che i fattori di rischio oggi presenti possano essere sensibilmente ridotti».