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1242 sentenze pubblicate nel 2016, con un incremento dell’11,99% rispetto al 2015 e addirittura del 122,18% se ragguagliato all’anno 2013. Sono questi i numeri essenziali che danno la misura dell’attività svolta dalla sezione reggina del Tribunale amministrativo regionale.
Questa mattina, il presidente Roberto Politi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ha fatto il punto sullo stato di salute della giustizia amministrativa nella città dello Stretto.
E se per un verso, Politi ha rimarcato la contrazione del numero di magistrati in servizio, scesi del 20%, non ha potuto esimersi dall’evidenziare come la produttività sia comunque cresciuta rispetto all’anno precedente, arrivando ad abbattere quasi il 30% dell’arretrato.
Secondo Politi serve ripensare profondamente le modalità attraverso cui viene esercitata la giustizia amministrativa, per accrescerne l’efficienza. Poi la stoccata alle categorie produttive, che nel recente passato lo avevano criticato per un orientamento giurisprudenziale troppo rigido. Il presidente è netto: non avranno alcuna ricaduta sull’operato dei magistrati della sezione.
Infine, un’analisi che certamente meriterà ulteriori approfondimenti: Politi invita i cittadini ad un intransigente contrasto alla diffusione di variegate e pervasive patologie distorsive, che non identifica però soltanto con la ‘ndrangheta. Il magistrato si riferisce a tutte quelle consorterie e fenomenologie variamente associative che inquinano, ad ogni livello, la gestione della cosa pubblica e la correttezza della civile convivenza. In sala cala il silenzio perché quelle parole pesano come macigni.