Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Le buone notizie non mancano, tuttavia, in Italia si resta diversi passi indietro rispetto alla media europea. Almeno in materia di mercato del lavoro e crescita di produttività e formazione. A scattare la fotografia del Bel Paese è l’Istat nella nona edizione del rapporto “Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo” che mette in luce la posizione dell’Italia nel vecchio continente e le differenze regionali attraverso una selezione di indicatori statistici articolati in sei aree e 19 settori che spaziano dall’economia alla cultura, all’occupazione, alle condizioni economiche delle famiglie, alla finanza pubblica, all’ambiente. Negli ultimi anni – scrive l’Istat - “molti indicatori mostrano progressi importanti in alcuni settori, eppure questi risultati non si sono sempre tradotti nel miglioramento della posizione dell’Italia nel contesto europeo, soprattutto rispetto ai principali partner. Tutt’altro. Nella maggioranza dei casi, la comparazione mostra ancora la Penisola sistematicamente collocata al di sotto della media europea, a meno di qualche apprezzabile eccezione”.
Segno “+”. Il sovraffollamento delle carceri è in diminuzione e si sono registrati passi in avanti sia in tema di eccellenze agroalimentari (con il maggior numero di riconoscimenti Dop, Igp e Stg assegnati dall’Unione europea) sia per quanto riguarda la tutela dell’ambiente, la salute e il welfare.
Calabria prima per omicidi. Nel 2015 i reati sono in calo rispetto all’anno precedente. A diminuire sono in particolare gli omicidi volontari (0,77 per 100mila abitanti da 0,78 del 2014), i furti denunciati, soprattutto quelli in appartamento e le rapine. Persistono le differenze territoriali: l’incidenza maggiore di omicidi continua a registrarsi in Calabria, la Campania si conferma la regione con il valore massimo di rapine mentre il Centro-Nord presenta i tassi più elevati per i furti denunciati. Nel confronto europeo l’Italia è in 23esima posizione, sotto la media europea, seguita solo da Polonia, Paesi Bassi, Lussemburgo, Spagna e Austria. Su 10 vittime di omicidio tre sono di sesso femminile: nella metà dei casi l’assassino è il partner o l’ex partner. Il Nordest presenta la percentuale più alta di vittime fra le donne. Nel confronto con i Paesi europei l’Italia si conferma in una posizione intermedia. Di fatto, anche se il rischio criminalità si conferma uno dei problemi maggiormente sentiti dai cittadini, nel 2016 diminuisce la quota di famiglie che percepiscono un elevato pericolo nella zona in cui vivono.
Alessio Bompasso