Torna l’ombra della Dad. Il rientro degli studenti a settembre non sarà all’insegna della fine della pandemia che, soprattutto a causa della variante Delta, non è certo ancora debellata. Il Comitato tecnico scientifico, nel rispondere a una serie di quesiti posti dal ministero dell'Istruzione per programmare l’inizio del prossimo anno scolastico, ha dettato indicazioni ben precise che, in sintesi, spingono a considerare il nuovo anno scolastico alla stregua di quello che si è appena concluso, almeno in termini di protocolli di sicurezza da adottare. «Le misure da applicare per l'inizio dell'anno scolastico 2021-2022 dovrebbero essere le stesse previste all'inizio del precedente anno scolastico», afferma il Cts, aggiungendo che le vaccinazioni porteranno comunque a una riduzione della diffusione del virus e che l'immunizzazione del personale scolastico (che ad oggi è al 73% del totale, ndr) ridurrà ulteriormente i contagi nelle scuole. Il Cts, inoltre, ritiene «non plausibile» l'utilizzo del green pass in ambito scolastico, per questioni di privacy e perché non esiste l'obbligo vaccinale.

«Tornare in presenza senza se e senza ma»

Ma la didattica a distanza è un'opzione che non piace al ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. «Io insisto nel dire che dobbiamo tornare in presenza e stiamo tutti lavorando per tornare in presenza», ha detto oggi dopo che ieri aveva sottolineato che bisogna rientrare in classe «senza se e senza ma».  «Chiederemo una precisazione al Cts che ha dato un parere sul ritorno a scuola senza considerare le vaccinazioni - ha aggiunto -: dato che le vaccinazioni stanno andando avanti noi chiederemo che formuli anche questa ipotesi».

Convincere gli insegnanti a vaccinarsi

E a proposito di vaccini, l'unico modo - secondo il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo - per tornare a scuola in sicurezza è convincere docenti e personale scolastico a immunizzarsi il prima possibile. Lo ha detto oggi, in visita all'hub vaccinale di Acea a Roma: «Siamo un po' indietro, ma abbiamo spinto molto su 70-80enni, ora dobbiamo spingere sui cinquantenni, soprattutto convincere i 215 mila insegnanti e operatori scolastici che mancano a vaccinarsi». Con una buona copertura di oltre il 80% degli operatori scolastici ma anche di giovani dai 12 anni in su, spiega il generale Figliuolo, «avremo una buona sicurezza di ritornare a scuola in presenza e anche con scarse limitazioni».