Sbarchi cadenzati e continui fenomeni di criminalità continuano a imperversare nel territorio vibonese.

 

Un lavoro costante che vede impegnati, su più fronti, gli agenti della Polizia di Stato, con non pochi ostacoli. Lo afferma, tramite nota, Giuseppe Gaccione, segretario provinciale del Sindacato autonomo di Polizia:

«Ogni giorno – precisa - siamo chiamati a gestire le pratiche d’immigrazione, l’ordine pubblico, i controlli antiterrorismo, le identificazioni, le attività investigative, la microcriminalità, il tutto tra mille problemi, difficoltà ed allarmi di vario genere e natura. Siamo costretti a turni estenuanti ed in condizioni difficili. Tra i poliziotti ormai  c’è la sensazione di essere stati abbandonati ad un destino ormai scritto».

 

Evidenziata l’urgenza di rivedere gli organici e dotare i poliziotti di strumentazioni idonee a contrastare una criminalità sempre più feroce e spregiudicata che può contare su nuove leve, su giovani delinquenti pronti a tutto: «Noi invece siamo sempre meno e sempre più vecchi, con mezzi e strumenti non all'altezza. Basti pensare ai giubbotti antiproiettile sulle nostre auto, capaci di proteggere solo colpi di pistola e non di kalashnikov ai caschi da ordine pubblico ormai completamente inutilizzabili».

 

Tante  le problematiche rimarcate anche nell’ambito degli sbarchi e questione accoglienza. L’ultimo, come ricordato in nota, ha avuto la durata eccezionale di ben tre giorni, impegnando tutte le risorse disponibili: «Le carenze strutturali ed organizzative di questa Provincia, che nonostante gli sforzi richiesti a tutto il personale ha dovuto prolungare i relativi servizi connessi a tali eventi emergenziali, sono ormai note e soprattutto denunciate più volte attraverso i mezzi di comunicazione, ma probabilmente chi di dovere non conosce le reali dotazioni e criticità di Vibo Valentia».

 

Ancora una volta s’è dimostrata la preparazione del personale specializzato dell’Ufficio Immigrazione e della Polizia Scientifica che ha lavorato con turni serrati, comprendo vigilanza e servizi connessi all’ordine pubblico con il personale a disposizione.

I disagi hanno coinvolto anche i cittadini extracomunitari, che hanno dovuto aspettare i tempi tecnici di identificazione presso le strutture destinate a tale scopo, ovvero capannoni industriali in località Marina, soggetti ad escursione termiche notevoli e con a disposizione solo bagni chimici, collocati sotto il sole e continuamente utilizzati.

 

Manca inoltre, «un serio programma di profilassi preventiva del personale impiegato in questa tipologia di servizi, che a tutt’oggi è praticamente assente, se non come una eventuale disponibilità su base volontaria di screening  per la tubercolosi. Le cronache come tutti ormai sanno, riportano di continui casi non solo di scabbia, ma di diverse patologie di natura endemica» riprende il comunicato specificando la necessità di far fronte ad una seria ed attenta valutazione del fenomeno migratorio, anche attraverso l’istituzione di adeguati cordoni sanitari che possano garantire non solo i migranti, ma anche gli operatori e la cittadinanza tutta.