VIDEO | Ospite della trasmissione condotta da Pier Paolo Cambareri, il segretario regionale ha espresso perplessità sulle scelte del Governo: «Ponte sullo Stretto? Ci sono altre priorità, l’area jonica della regione è isolata dal resto del mondo»
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I temi del lavoro ma anche le infrastrutture, la sanità, l’accoglienza degli stranieri. Sono stati questi alcuni dei temi snocciolati nel corso dell’appuntamento odierno con Dentro la notizia, trasmissione d’approfondimento condotta da Pier Paolo Cambareri (per rivedere la puntata clicca qui). Ospite della puntata, il segretario regionale della Cgil, Gianfranco Trotta in una giornata particolare, a poche ore al vertice al Ministero dello Imprese e del Made in Italy per la ricollocazione di circa mille lavoratori delle telecomunicazioni (vertenza Abramo).
La vertenza Abramo
La vertenza ex dipendenti Abramo coinvolge circa mille lavoratori: «Cinque mesi fa – ha spiegato il segretario Cgil – la soluzione appariva lontana. Ora, grazie alla convergenza di Regione, imprese, organizzazioni sindacali, si spera di chiudere la partita. Trecento sono stati già collocati con le clausole sociali, oggi la riunione per definire i tempi e portare avanti l’assunzione a tempo indeterminato di 700 lavoratori che saranno impegnati nella digitalizzazione delle cartelle cliniche. In tutto questo – ha ammesso il sindacalista – la Regione ha dato una buona spinta per la risoluzione».
Tirocinanti di inclusione sociale, i dubbi della Cgil
Si è poi passati alla questione Tis, tirocinanti di inclusione sociale: «Apprendiamo con piacere l’approvazione dell’emendamento (che amplia le possibili destinazioni di reimpiego per i lavoratori non solo negli enti locali ma in tutte le pubbliche amministrazioni) ma le risorse per coprire i costi di questo passaggio? Ovviamente – ha rimarcato il segretario Trotta - non potrà essere scaricato sui Comuni. Pertanto è necessario trovare i fondi. E in tutto questo la politica deve assumersi la responsabilità poiché il bacino è stato creato dalla politica stessa».
Ponte sullo Stretto e infrastrutture
Dalle vertenze del lavoro alle infrastrutture. La posizione della Cgil sul ponte sullo Stretto è netta: «Già in passato abbiamo espresso netta contrarietà alla costruzione del ponte. Ci sono altre priorità». Il sindacalista ha inteso sottolineare: «C’è un pezzo di Calabria, ovvero la fascia ionica (che coinvolge i territori del Crotonese e del Reggino), non collegata al resto del mondo. Arrivare a costruire un ponte e non avere le strutture per arrivarci, a che serve?»
Modello Calabria
Il segretario Trotta si è dimostrato assai sensibile ai temi dell’integrazione e dello sviluppo dei territori: «In Calabria – ha scandito – ci sono modelli di accoglienza (da Riace ad Acquaformosa) che hanno restituito dignità a chi è stato accolto e al contempo ha permesso il ripopolamento delle aree interne della nostra regione. La diversità è ricchezza, dovremmo andare a cercarli gli immigrati per arricchire i nostri centri. Altro che modello Albania, il modello da promuovere è quello dell’accoglienza».
Sanità in affanno
Nella intervista a Dentro la notizia, il sindacalista si è poi confrontato sull’argomento sanità: «Stiamo vivendo da 14 anni in commissariamento ma anziché diminuire sono aumentate le difficoltà. Abbiamo avuto fior fiori di commissari che non sapevano nemmeno dove erano allocati gli ospedali. Ora la novità è che il governatore è anche commissario. Però noi siamo a rivendicare una medicina del territorio, una rete ospedaliera efficace con ospedali non fatiscenti. La gente – ha sottolineato il segretario Cgil – ha paura ad andare al pronto soccorso e non per colpa dei medici o degli infermieri». Un’analisi lucidissima che lascia poco spazio all’interpretazione: «I problemi della sanità li viviamo giornalmente nelle nostre famiglie. Allora bisogna avere il coraggio di ricostruire, sulla sanità bisogna avere coraggio». Giudicati positivi i passi in avanti della sanità universitaria ma «bisogna capire: quale è il progetto di sanità in Calabria?». Rete ospedaliera, medicina territoriale, le case di cura: «Se una persona non trova sfogo nel pubblico si rivolge al privato se riesce in convenzione sennò a pagamento. Il tutto in una regione dove il tasso di povertà sta crescendo e c’è gente che rinuncia alle cure».
Recuperare il rapporto con le comunità
Un ultimo passaggio ha riguardato gli ottimi riscontri in termini di partecipazione alla mobilitazione a Roma proposta insieme alla Uil che ha portato in piazza 5mila persone: «Quando le motivazioni sono sentite, le persone partecipano. Sui temi della sanità, scuola, manutenzione dei territori i cittadini sono molto sensibili», ha commentato il sindacalista. Per questo, a suo giudizio, la «politica deve tornare a dialogare con la gente». Rivedi la puntata su LaC Play.