Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Settanta euro al giorno. È quanto l’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro versa all’Emilia Romagna per assicurare ad un paziente calabrese le cure che in regione evidentemente non sono adeguatamente soddisfatte. La migrazione sanitaria in Calabria ha molte facce e non è sempre motivata dall’esigenza di trattamenti clinici di malattie gravi o incurabili come ad esempio le patologie tumorali. Esistono casi di pazienti a cui è stata diagnosticata una tossicodipendenza da sostanze stupefacenti e che necessitano di una terapia riabilitativa ma l’assenza di strutture sociosanitarie comporta parimenti un’emigrazione verso le regioni del nord Italia e una lievitazione dei costi per cure che potrebbero essere facilmente erogate sul territorio.
In Calabria, le strutture sociosanitarie dedicate alla cura di dipendenze patologiche sono complessivamente 17. In 490 posti letto residenziali e 117 semiresidenziali è stimato il fabbisogno regionale: in via teorica, il numero di degenze che in Calabria dovrebbero essere disponibili per consentire il ricovero e la riabilitazione di soggetti affetti da tossicodipendenza. Secondo dati riferiti allo scorso novembre, i posti letto accreditati risultano però essere 462 in regime residenziale e 94 in regime semiresidenziale e volendo analizzare i posti letto effettivamente contrattualizzati, quelli di cui è concretamente possibile usufruire, si scopre che sul territorio calabrese sono attivi solo 175 in regime residenziale e 20 in semiresidenziale.
Da qui la necessità, per l’azienda sanitaria provinciale di Catanzaro di autorizzare il ricovero di un paziente con diagnosi di dipendenza da sostanze stupefacenti in una clinica di Bologna e di assicurare l’adeguata copertura finanziaria sul bilancio aziendale delle somme da versare al sistema sanitario regionale dell’Emilia Romagna. Tredicimila euro per retribuire il programma terapeutico riabilitativo di un 46enne residente nella provincia di Catanzaro fissato in sei mesi. A settanta euro ammonta infatti la retta giornaliera per l’attività assistenziale di tipo residenziale stabilita dalla Regione Emilia Romagna. È lo stesso direttore del servizio per le tossicodipendenze dell’Asp di Catanzaro a sollecitare il ricovero fuori regione motivandolo con la “carenza di idonea struttura accreditata presente in Calabria”.
Luana Costa