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VIBO VALENTIA - La Regione Calabria è costretta sino al 31 dicembre 2015 al blocco automatico del turnover per il personale sanitario. Ciò a causa di uno squilibrio economico-finanziario, emerso negli anni passati dai monitoraggi periodici, cui attraverso il Piano di rientro si sta tentando di porre fine. Il legislatore con il D.l. 158/2012, poi convertito nella legge 189/2012, ha previsto la possibilità, per le Regioni penalizzate dal blocco automatico del turnover, di concedere nella misura del 15 per cento una deroga alla norma generale laddove vi sia la necessità di garantire i livelli essenziali di assistenza. «Seguendo il dettame normativo, già lo scorso 21 marzo 2014, abbiamo chiesto al ministero della Salute, rappresentando le criticità relative alla carenza di personale, lo sblocco parziale del turnover, dimostrando quanto il sottodimensionamento delle strutture sanitarie possa compromettere l’erogazione dei Lea». Alfonso Grillo, consigliere regionale Ncd, dopo l’incontro di giugno, si è recato nuovamente a Roma per incontrare lo staff tecnico del ministero della Salute. «Le strade da percorrere - ha spiegato a margine dell’incontro - per avvalersi della disapplicazione del blocco nella misura del 15 per cento sono due. Si potrebbe, cioè, adottare una norma ad hoc che introduca la deroga per la Calabria. Oppure si potrebbe applicare la legge 191/2009, la quale prevede all’articolo 2 - per le Regioni che abbiano rispettato gli obiettivi intermedi e conseguito risultati migliori - la possibilità di procedere ad una misura attenuativa del blocco. I tecnici ministeriali - ha proseguito Grillo - mi hanno assicurato che la questione Vibo sarà al centro del prossimo tavolo tecnico di luglio, nel corso del quale si deciderà di percorrere la strada tra le due più praticabile». L’Asp di Vibo, secondo le esigenze rese note, dovrebbe ottenere dalla deroga 4 unità medico-operative destinate alla terapia intensiva, 9 unità mediche di pronto soccorso, 1 unità operativa e medica da collocare in radiologia. «L’impegno per garantire il diritto alla salute è totale. Per questo ho posto anche la questione relativa al personale infermieristico. Sono fiducioso - ha concluso -, presto avremo altri professionisti della sanità pubblica».