La kermesse enogastronomica diretta dal giornalista Tommaso Caporale si è tenuta nell'Abbazia Florense del centro silano. Primi classificati a pari merito Veneto e Abruzzo
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Il XV Salone nazionale del vino novello, diretto dal giornalista enogastronomico Tommaso Caporale, ha visto trionfare, nella manifestazione svoltasi nell'Abbazia Florense di San Giovanni in Fiore, nel cuore della Sila cosentina, i novelli dell’Abruzzo e del Veneto, di cui uno anche bio.
Migliori novelli d’Italia 2021, ex-aequo, sono risultati il Terre di Chieti Igp biologico “Rossello” di Agriverde, con sede ad Ortona (Ch) da uve Montepulciano e Merlot e il Veneto Igp Novello di Ornella Bellia con sede a Pramaggiore (Ve) da uve Carmenere e Refosco. Sul secondo gradino del podio si è piazzata la Calabria con il Calabria Igp “Cinurio” dell’azienda vinicola Tramontana di Reggio Calabria. A seguire la Sicilia con Principi di Corleone Pollara, la Toscana con Carpineto e ancora l’Abruzzo con Casalbordino. Premio critica del Salone al consorzio lucano “Grotte del vino”. Infine, le targhe “Novello amore mio” assegnate dall’Istituto per la costanza produttiva vanno all’umbra Lungarotti e alla sarda Dorgali.
«Stiamo assistendo al Rinascimento del novello, – ha dichiarato Caporale, responsabile organizzativo del Nuovo Istituto nazionale – avvertiamo che qualcosa sta cambiando nell’attenzione verso questo prodotto sia da parte delle cantine e sia da parte dei consumatori. Ne è prova la forte spinta verso novelli con 100% di macerazione carbonica, packaging innovativi come l’utilizzo del tappo in vetro ed etichette accattivanti e soprattutto la qualità della produzione che diventa anche biologica e con l’utilizzo di solo uve autoctone».
«Anche il Veneto è in fermento nel ricavalcare la tendenza che lo vedeva leader insieme alla Sardegna negli anni del boom del novello. È ora di modificare il decreto ministeriale che disciplina la produzione del vino novello – ha concluso Caporale – vincolando tutti i produttori ad innalzare dall’attuale 40% minimo di macerazione carbonica alla totalità della vinificazione. Solo così anche le Istituzioni potranno dare un segnale di vicinanza alla qualità di questo prodotto tutto made in Italy e di straordinaria piacevolezza e unicità».