L’opposizione parla di blitz, per la Lega è normale amministrazione: anche al Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e sostenibile, spunta qualche miliardo in più per il Ponte sullo Stretto. Denari che servono anche a ricucire lo strappo nella maggioranza di governo dopo le tensioni con Forza Italia sul taglio del canone Rai e l’Autonomia differenziata.

Il passaggio si consuma in una riunione del Cipess convocata «in via d’urgenza» dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Al primo punto dell’ordine del giorno c’è l’assegnazione ai ministeri di 5,8 miliardi del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) 2021-2027. Questa volta salta la riunione preparatorio, essenziale per approfondire dossier complessi. Per Repubblica è un vero e proprio blitz. Perché la seduta prende il via e al ministero delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, vanno 2,4 miliardi. L’assist perfetto per tenere in piedi l’emendamento alla manovra che il Carroccio ha depositato in commissione Bilancio, alla Camera, per riscrivere le coperture del Ponte.

Il prezzo del Ponte è aumentato – lo ha spiegato anche Pietro Ciucci, ad della società Stretto di Messina. La proposta passata al Cipess alleggerisce i costi a carico dello Stato, ma aumenta il peso che grava proprio sul Fondo per lo sviluppo e la coesione: se prima il prelievo passa era di 718 milioni ora diventa di 6,1 miliardi.

Le risorse complessive per il collegamento tra la Calabria e la Sicilia sono lievitate, da 11,6 a 14,7 miliardi. Tre miliardi in più. Il leader leghista ha bisogno di coprire il gap ed ecco che arrivano i 2,4 miliardi proprio grazie alla ripartizione del Fsc decisa da Raffaele Fitto, al suo ultimo atto da ministro per la Coesione e il Pnrr.

Giorgia Meloni dà l’ok e la nuova dote si va ad aggiungere ai 6,8 miliardi che il ministero ha già ricevuto. In questo modo Salvini può contare in tutto su 9,2 miliardi. Soldi che andrebbero impiegati per le infrastrutture, soprattutto al Sud. La stragrande maggioranza riversata solo su un’opera: il Ponte.

Messi in cassaforte i fondi, il passaggio successivo è l’emendamento alla legge di Bilancio, a prima firma del capogruppo leghista a Montecitorio, Riccardo Molinari. Per la realizzazione del Ponte, si legge, «è autorizzata la spesa di 6.132 milioni mediante corrispondente riduzione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027». Molinari ha già previsto tutto: 6,1 miliardi dei 9,2 a disposizione delle Infrastrutture saranno dirottati sulla mega opera che collegherà Calabria e Sicilia.

E sempre lo stesso emendamento porta all’ultimo tassello del domino. L’obiettivo della proposta di modifica, infatti, è «consentire l’approvazione da parte del Cipess, entro l’anno 2024, del progetto definitivo del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria». I conti tornano e il blitz è riuscito.

L’opposizione mormora. Angelo Bonelli (Avs), sempre dalle colonne di Repubblica, denuncia l’effetto del blitz dell’esecutivo: «Si prosciuga il Fondo per lo sviluppo e coesione: parliamo di una cifra pari a 6 miliardi che serviva per il trasporto pubblico, per le scuole, la sanità e la manutenzione del territorio».