VIDEO | Decisivo l'incontro con don Felice Palamara che li ha accolti nella Casa della Carità, comunità del Vibonese. Oggi hanno una nuova famiglia e un Natale da trascorrere insieme: «Adesso siamo felici» (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Aveva una vita normale Salvatore. Emigrato al Nord in cerca di lavoro, l’aveva trovato a Cuneo. Faceva la guardia giurata. In Piemonte si era anche sposato. Una vita normale, appunto. Ma la crisi del 2008 ha travolto anche l’azienda dove lavorava e l’incubo del licenziamento si è drammaticamente materializzato. Nello stesso anno anche il suo matrimonio è naufragato.
E così Salvatore, rimasto solo, ha deciso di tornare in Calabria, a Pannaconi, nel Vibonese per accudire suo padre ormai anziano. Ma due anni fa la sua vita è di nuovo andati in frantumi. Il cuore del genitore ha improvvisamente smesso di battere: «Infarto fulminante – racconta ai nostri microfoni -, era febbraio, io ero andato ad un raduno di preghiera e quando sono rientrato a casa mio padre era freddo. È stato uno choc».
Al dolore per la perdita del genitore e suo unico familiare, si è aggiunta la disperazione di non avere un lavoro e dunque non poter provvedere a se stesso. «Ho cercato un’occupazione, ma niente. Poi un giorno, don Felice si è accorto del mio dolore e mi ha mandato un pasto caldo. Qualche settimana dopo - prosegue il 50enne - mi ha offerto un posto dove vivere in cambio del mio aiuto. Da allora la mia vita è rifiorita. Ho toccato con mano la Provvidenza». Quella provvidenza che ha il volto di un prete. Il volto di don Felice Palamara, il parroco dei poveri che lo ha accolto nella casa di Carità di Pannaconi. Una comunità in cui vivono gli ultimi.
Nella casa della Carità “La piccola Betlemme” lo scorso anno ha trovato rifugio anche Vito. 65 anni, ex operaio di Vibo Valentia. Ha perso la moglie tre anni fa. I figli sono andati per la loro strada. «Le giornate – dice - non passavano mai». Non aveva nessuno con cui parlare. Ma il destino gli ha fatto incontrare quel parroco compassionevole che gli ha restituito una vita dignitosa. Fatta di fede e amore. Vito e Salvatore sono diventati migliori amici. Vito ha imparato a pregare e ad amare quella vita che gli ha tolto tanto ma che gli ha restituito una famiglia e un Natale, il primo dopo anni di buio, da trascorrere insieme. «Adesso sono felice», conclude.