Al termine di una lunga e complessa vicenda giudiziaria, il Consiglio di Stato ha disposto la cessazione dall'incarico per Anna Bruno. A breve l'Usr dovrebbe recepire la sentenza
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Rischia di concludersi prima ancora di cominciare l’esperienza di Anna Bruno alla guida dell’Istituto Comprensivo di Rende Quattromiglia, dove la dirigente ha preso servizio il primo settembre scorso. L’Ufficio scolastico regionale sta infatti valutando di emettere a breve, nei confronti di Anna Bruno, un provvedimento di cessazione dalle funzioni, e conseguente sostituzione, in applicazione di una ordinanza emessa lo scorso 30 agosto dal Consiglio di Stato con cui l’organo di giustizia amministrativa ha messo un punto ad una lunga e contorta vicenda iniziata nel 2017 con l’espletamento di un concorso pubblico bandito dal Ministero dell’Istruzione, proprio per il reclutamento di nuovi dirigenti scolastici.
Il caso della preside di Quattromiglia
Nella circostanza Anna Bruno, pur non avendo superato la prova preselettiva, era tuttavia riuscita ad ottenere ugualmente l’ammissione con riserva alle successive fasi concorsuali, in ragione di un provvedimento cautelare emesso in suo favore dallo stesso Consiglio di Stato, in attesa delle determinazioni di merito del Tar del Lazio al quale la docente si era rivolta per impugnare proprio gli esiti della prova preselettiva non superata, di cui contestava diverse irregolarità. In attesa che il Tribunale Amministrativo entrasse nel merito della questione, la docente ha poi superato brillantemente il concorso, risultando in graduatoria in posizione utile per l’immissione in ruolo. Ha quindi preso servizio prima nell’istituto comprensivo di Vallelonga, nel vibonese, poi ad Acri, al tecnico-commerciale Falcone, assolvendo così pure al cosiddetto anno di prova.
Ricorsi respinti
Senonché nel giugno del 2020 il Tar del Lazio si è espresso sul ricorso depositato dalla preside. E lo ha respinto, legittimando la validità della prova preselettiva del concorso Miur, prova selettiva che Anna Bruno non aveva superato. Il rigetto è stato confermato dal Consiglio di Stato nel luglio 2022. Insomma, secondo i giudici amministrativi, Anna Bruno doveva essere esclusa dal concorso a margine della prova preselettiva. Ed il successivo superamento delle ulteriori prove concorsuali, cui era stata ammessa con riserva, non costituisce – si legge nel dispositivo - elemento di applicazione del principio di sanatoria legale.
Le indicazioni del Consiglio di Stato
La successiva istanza di revocazione della sentenza a lei sfavorevole, avanzata da Anna Bruno per il tramite del suo legale Oreste Morcavallo, è stata respinta il 30 agosto scorso dal Consiglio di Stato. Che in quest’ultimo provvedimento, sottolinea come «resta fermo il potere dell’amministrazione di assumere ogni opportuna determinazione, in linea con quanto stabilito dalla sentenza impugnata, finalizzata alla necessaria riorganizzazione degli uffici attualmente, ma temporaneamente ricoperti dai ricorrenti, definendo ragionevoli tempi per la cessazione degli incarichi, coordinati con le nuove assegnazioni degli aventi diritto, utilmente collocati in graduatoria».
Tradotto in soldoni significa che l’Ufficio scolastico regionale, per effetto dei provvedimenti giudiziari assunti dal Consiglio di Stato, deve disporre la cessazione delle funzioni di dirigente scolastico di Anna Bruno, ma ha facoltà di procedere con discrezionalità sulle tempistiche di sostituzione con l’avente diritto in graduatoria, al fine di evitare negative ripercussioni sull’organizzazione dell’istituto scolastico in cui attualmente Anna Bruno è stata assegnata in qualità di preside. Tuttavia, nella medesima ordinanza il Consiglio di Stato sottolinea come «la prossimità con l’inizio dell’anno scolastico renda plausibile che la rapida effettuazione delle indicate riorganizzazioni non comporti significativi pregiudizi all’interesse pubblico connesso all’efficiente svolgimento del servizio scolastico» indicando quindi in maniera implicita di dover procedere celermente, prima che gli alunni tornino sui banchi di scuola. La vicenda tuttavia potrebbe avere ulteriori strascichi, nel caso in cui l’interessata dovesse decidere di rivolgersi ad ulteriori organi di giustizia superiori come la Corte di Giustizia Europea.