«Un po’ spaventato lo sono, però non voglio mollare». Paura, tanta, ma anche voglia di non guardare al futuro come a un nemico. Le telecamere di “Dentro la notizia”, il format di LaC, condotto da Pasquale Motta, sono arrivate sul ponte Bucci dell’Unical, tra il via vai di studenti in attesa di entrare a lezione.

Per l’ennesima volta, i numeri danno la Calabria al fondo di una brutta classifica, quella che mette a confronto i laureati col mondo del lavoro e il risultato che compare dopo il segno di "uguale" continua a dare segno negativo. «Sono tanto speranzosa, spero che una volta laureata riesca a trovare lavoro qui, ma se sarò costretta partirò lontano» dice una studentessa che il bicchiere preferisce vederlo mezzo pieno

Un altro ragazzo è un po’ più adombrato. È iscritto a un corso di laurea che, per sua ammissione, non garantisce immediate opportunità lavorative. «Un po’ sono preoccupato, non studio Infermieristica o Medicina, che sono quelle facoltà che ti rendono subito appetibile per il mercato del lavoro. Vedremo...» conclude con una punta di sconforto. Una futura insegnante, così spera, è un po’ abbattuta anche lei: «È sempre più difficile riuscire a ottenere i crediti – dice – ed è stancante». Non rinuncia ai suoi sogni un altro ragazzo che punta sulla lungimiranza. Alla domanda se alla resa incondizionata preferiscano il combattimento in campo aperto, tutti, anche quelli meno convinti, hanno risposto che sì, meglio battersi fino alla fine che alzare le mani. «Chi rinuncia, ha già perso».

Con grinta, i due rappresentanti del senato accademico, Marco Stasi e Costantino Basile, invocano un aiuto da parte delle istituzioni, le sole - a loro dire - in grado di poter svoltare una situazione dalle tinte fosche. «Noi ci rimboccheremo le maniche ma non basta - dice Stasi - perché il cambiamento è una porta che si apre dall'interno».

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