L'emendamento alla Manovra mette le mani nelle tasche delle due regioni prosciugando il Fondo di sviluppo e coesione e congelando le somme fino al 2029. Ferrara (M5s): «Come lo sceriffo di Nottingham». Irto (Pd): «Scippo, vediamo Occhiuto che dice»
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Qualcuno parla di scippo a Calabria e Sicilia dopo l’emendamento alla manovra, approvato dalla Camera, che rimodula i fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto prevedendo una riduzione degli oneri a carico dello Stato di 2,3 miliardi (su un totale di circa 11,6 miliardi al 2032).
Le risorse risparmiate dallo Stato vengono recuperate dal Fondo di sviluppo e coesione: 718 milioni arrivano dalla quota del fondo destinata alle amministrazioni centrali e 1.600 dalla quota destinata alle regioni Calabria e Sicilia. La spesa di 1,6 miliardi viene autorizzata, in ragione di 100 milioni per l’anno 2025, 100 milioni per l’anno 2026, 940 milioni di euro per l’anno 2027, 357 milioni di euro per l’anno 2028 e 103 per l’anno 2029. In totale fanno 1,6 miliardi di risorse che vengono congelate per il Ponte.
Allora in questo caso non è appropriato parlare di scippo di risorse. A ben vedere l’ultima “mandrakata” contabile del Governo è qualcosa di più. Si potrebbe definire un doppio scippo per Calabria e Sicilia o quantomeno il rischio di un doppio danno.
L’emendamento | Manovra, Ponte sullo Stretto: 11,6 miliardi entro il 2032, si comincia con 607 milioni nel 2024
I rischi
Il primo è che le somme del Fondo Coesione vengono praticamente vincolate, bloccate, almeno fino al 2029. Il secondo è il rischio che tutto questo sia inutile qualora il Ponte, come molti pronosticano, resterà solo su carta. Se questa tesi fosse vera Calabria e Sicilia si vedrebbero private oggi di fondi destinati allo sviluppo in cambio di una promessa futura, ovvero quella di realizzare un’opera che cambierà il destino del Sud del Paese. Sullo sfondo resta il dubbio di come reagirà l’Unione Europea rispetto a queste manovre contabili del Governo.
Il Fondo Coesione, infatti, alimentato da fondi statali ed europei, ha lo scopo di attuare politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali all’interno dell’Unione Europea. Realizzare una infrastruttura che vedrà la luce fra x anni ha questo scopo? O, invece, questo stanziamento è figlio dei soliti accordi interni alla maggioranza di Governo? Un dato è certo: la Lega ha fatto del Ponte il suo provvedimento bandiera. Ne ha bisogno per riequilibrare la sua immagine di partito nazionale ovvero di un partito che se da un lato spinge tanto sull’autonomia differenziata dall’altro “regala” al Sud un’opera che resterà ai posteri. Il problema è che nel bilancio dello Stato di soldini per l’opera non ce ne sono. Ecco allora l’emendamento che sposta la spesa dallo Stato alle Regioni.
Irto: «Il ponte è un bluff»
Il senatore del Pd, Nicola Irto, su questo è nettissimo. «Confermo quanto ho detto in Senato in sede di discussione sul Decreto Ponte. Io ritengo che questo del Ponte sia un bluff, per il quale non ci sono risorse e che questo Governo, per inseguire la propaganda, sta cercando di caricare il costo dell’opera sulle spalle dei calabresi e dei siciliani a cui vengono sottratte risorse. Non si tratta - sottolinea Irto - di stanziamenti aggiuntivi, ma si sta raschiando il fondo del barile pur di mantenere una promessa elettorale. Quando vengono realizzate le grandi infrastrutture nel Nord, si finanziano con risorse aggiuntive. Qui invece siamo in presenza di risorse che vengono tolte ai calabresi e ai siciliani. Sono curioso adesso di vedere quale sarà la reazione dei due Governatori che spero non restino in silenzio per accondiscendenza verso il Governo».
Ferrara: «Operazione contro il Sud»
Sulla stessa lunghezza d’onda è l’europarlamentare del M5s, Laura Ferrara: «Giorgia Meloni agisce come lo sceriffo di Nottingham che ruba ai poveri per dare ai ricchi. Finanziare il ponte sullo stretto e tutte le lobby che ruotano intorno a questo progetto con i fondi di coesione che dovrebbero eliminare le disparità territoriali fra le regioni e sostenere l’occupazione e la crescita è pura follia - scrive in una nota - Si tratta di risorse nazionali messe a disposizione per colmare il divario fra i territori e garantire crescita nelle regioni meno sviluppate. Oltre un miliardo e mezzo di euro a cui Calabria e Sicilia dovranno rinunciare perché la priorità di questo governo è quella di assicurarsi il proprio equilibrio precario con la Lega. Non basta dividere l'Italia con l'autonomia differenziata, vogliono continuare l'operazione contro il Sud con questa mega opera e continuare a negare le vere priorità delle regioni del Sud. Il governatore della Regione Calabria Roberto Occhiuto, se ha un minimo di dignità politica e indipendenza di giudizio, si ribelli a questo scippo ai cittadini calabresi».
Aspettando le reazioni della politica locale il dato è, al momento, inequivocabile. I soldi vengono sottratti al Fondo Coesione che dovrebbe servire per realizzare opere infrastrutturali di sviluppo. Chiaramente tutto questo comporterà una rimodulazione di tutti gli interventi che erano stati previsti sulla base del Fondo; progetti che nel migliore dei casi verranno definanziati, nel peggiore verranno proprio accantonati. Nei prossimi giorni si saprà con una certa esattezza quali e quanti progetti verranno travolti dall’emendamento sul Ponte.