Chi con spunti tecnici, come l’amministratore delegato della Stretto di Messina Pietro Ciucci, chi con toni più enfatici (l’ad di WeBuild Pietro Salini che parla di «più grande investimento da Cavour a oggi»): è il giorno dei pro Ponte. Dalle aziende chiamate a costruire il Ponte a Uniontrasporti, i favorevoli alla mega opera si ritrovano a Roma al convegno di Unioncamere e snocciolano dati e prospettive.

Ciucci parte dai tempi di realizzazione: a giugno il ministro Matteo Salvini fissato il via entro il 2024. L’ad non nasconde che l’avvio dei cantieri non avverrà prima del 2025. I tempi di avanzamento del progetto – spiega ai cronisti – «sono legati all'approvazione del Cipess. La legge dice entro il 31 dicembre 2024, e quindi il 2025 sarà l'anno della prima attività sul territorio, quindi della partenza della fase realizzativa che significa opere sul territorio e significa progettazione esecutiva», mentre per il completamento «sono 8 anni: noi prevediamo nel 2032 l'apertura al traffico del Ponte».

Altro dato che cambia rispetto all’approvazione del progetto: «La cifra sulla quale abbiamo ragionato finora è 12 miliardi, che non comprendeva però gli aggiornamenti previsti dalla legge. Noi crediamo che 13,5 miliardi sia il valore aggiornato e stiamo definendo gli accordi con tutti i diversi affidatari, stiamo valutando le richieste presentate dai vari enti e Conferenze dei servizi» ed è una fase che «si chiuderà prossimamente», dice il tecnico. «Quindi crediamo che 13,5 miliardi sia il valore aggiornato da traguardare».

Salvini: i rilievi sul Ponte mi preoccupano zero

C’è anche il ministro Matteo Salvini al convegno di Roma. Salvini si sofferma sul tema dei test antisismici che (anche) il ministero dell’Ambiente chiede di approfondire: «Mettere in discussione la sicurezza dell'opera non significa mettere in discussione me, ma la serietà, la competenza e la professionalità dei tecnici In Italia il dibattito è surreale – aggiunge -. In due anni ho dovuto prendere una specializzazione in ornitologia, oltre che in ittica». E i dubbi della Commissione Via? «Se mi preoccupano le prescrizioni del Mase sul progetto? Zero». In merito alla riunione del Cipess sul progetto, Salvini ha spiegato che ancora «non c'è una data».

Ciucci: i 62 rilievi del Mase? Forse sono pochi...

Ciucci non considera un problema i ricorsi dei comitati No-Ponte: «Abbiamo questa class action presso il tribunale» per cui sono state celebrate «già due udienze in cui sono state esaminate le posizioni e aspettiamo la decisione», evidenzia. «Altri ricorsi non ne conosco. Rispetteremo le norme di legge, ci sono cose che possiamo fare e altre in cui non siamo attori ma convenuti. Rispetteremo i ruoli». Non si dice preoccupato neppure per il numero dei rilievi, 62, espressi dal Mase: «Sono forse sotto media. Stiamo parlando di un progetto da 13,5 miliardi, 40 chilometri di strade e autostrade, una metropolitana tra Villa San Giovanni e Messina, un centro direzionale, le opere compensative: se consideriamo questo, sessanta osservazioni e raccomandazioni sono abbastanza poche o comunque nella normalità». Addirittura «delle 62 prescrizioni, due verranno verificate dopo l'apertura al traffico del Ponte».

Salini: ormai sono tutti geologi laureati su Instagram…

Come dicevamo, i toni di Salini sono più netti: «Stiamo facendo il più grande investimento da Cavour ad oggi ma si discute di altro, siamo qui a giustificarci di continuo sul perché facciamo questa opera, che è la più bella al mondo, ci dobbiamo arrampicare perché c'è un mondo che è contrario, un mondo che impedisce a questo Paese di essere una potenza industriale». Ormai «sono tutti specialisti della sismica, geologi, laureati su Instagram», attacca Salini. Ma «se non si fa il Ponte è l'Italia che è sconfitta, perde una grande vetrina nel modo», sottolinea.

Uniontrasporti: con il Ponte 36.700 posti di lavoro stabili

L’analisi costi-benefici condotta da Uniontrasporti, invece, si concentra sui «benefici economici e sociali» del Ponte sullo Stretto e li considera «ben superiori ai suoi costi». I vantaggi apportati dall'infrastruttura, al netto dei suoi costi, vengono espressi in termini monetari mediante il Vane (Valore attuale netto economico), e «risultano positivi per più di 1,8 miliardi di euro, con un rapporto benefici costi di 1,2». Per Uniontrasporti già durante la fase cantieristica l'opera sarà in grado di apportare un contributo di 23,1 miliardi al Pil, creare 36.700 posti di lavoro stabili e alimentare con 10,3 miliardi complessivi di euro le entrate fiscali nelle casse dello Stato.

«Oltre 70 anni fa, nell'agosto del 1953, la Camera di Commercio di Messina organizzò un convegno dedicato al Ponte sullo Stretto che, perorandone la necessità, chiamò a raccolta illustri personalità del mondo politico nazionale e regionale insieme a tecnici e ingegneri di fama internazionale - ha ricordato durante il convegno Ivo Blandina, vicepresidente vicario di Unioncamere Sicilia e presidente di Uniontrasporti. - Oggi le conoscenze scientifiche, le tecnologie, il crescente livello di infrastrutturazione del territorio, reso possibile dagli ingenti investimenti del Governo, e i tempi, che allora non erano forse ancora maturi, ci spingono a scartare l'opzione zero e a considerare seriamente i benefici che la realizzazione di questo collegamento stabile recheranno al tessuto sociale, economico e produttivo, non soltanto di Messina e della Sicilia, ma dell'intero sistema Paese. Lo studio presentato oggi - ha concluso Blandina - lo dimostra con efficacia. Quindi che tutto sia fatto nel pieno e ineludibile rispetto dell'ambiente e della sicurezza, ma che sia fatto».