L'ad della società Stretto di Messina interviene a proposito della manifestazione No Ponte di ieri e difende a spada tratta il progetto: «È stato redatto dai migliori esperti al mondo, lavoriamo nel rispetto delle regole e ascoltando il territorio»
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«Qualsiasi manifestazione pacifica è legittima, perché esternare le proprie opinioni non è mai sbagliato e la Stretto di Messina è sempre aperta al dialogo e all'ascolto. Ma le lunghe code agli imbarchi di Villa San Giovanni, registrate in questo sabato di esodo da bollino nero, dimostrano a tutti l’importanza di avere un collegamento continuo tra le due coste, aperto 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno. È evidente l’incidenza che l’opera avrebbe sulla riduzione dei tempi e dei costi del trasporto». È quanto afferma Pietro Ciucci, amministratore delegato della società.
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Ieri sera a Messina la nuova manifestazione organizzata dalle associazioni No Ponte per dire no alla costruzione della grande opera. Nonostante il caldo, il corteo è stato molto partecipato: si stima fossero cinquemila le persone scese in piazza. «Si continuano purtroppo a ripetere le solite dichiarazioni prive di fondamento tecnico-scientifico, mirate a creare confusione e ingenerare dubbi inesistenti. Si contesta - sottolinea Ciucci - un’opera, fattibile da vent’anni, il cui progetto è stato redatto dai migliori esperti al mondo per quanto riguarda i ponti sospesi e le grandissime infrastrutture: ogni possibile aspetto è stato affrontato, studiato e risolto, come il transito delle più grandi navi e dei più pesanti convogli ferroviari, la resistenza a violentissimi terremoti, a onde di tsunami e a venti mai registrati nello Stretto. Per fronteggiare le infiltrazioni della criminalità organizzata, verranno messi in campo protocolli innovativi. Sono state prese misure straordinarie nei confronti dell’ambiente, mai attuate per alcuna opera pubblica».
La società, spiega ancora l'ad, «lavora con impegno e nel pieno rispetto delle norme, ascolta le richieste del territorio, dialogando costantemente con le istituzioni locali. L’opera “Ponte” creerà un polo scientifico in sinergia con le università locali e consentirà di attivare una seria formazione professionale per i profili lavorativi richiesti. Rispetto al delicato tema dei pur necessari espropri, sono state attivate procedure che vanno ben oltre quanto previsto dalla legge, andando incontro alle persone in ogni modo consentito. È stata presa ogni possibile accortezza al fine di ridurre al massimo, ma l’obiettivo è azzerarli, i disagi durante i lavori, incluso il fabbisogno di acqua. Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico i cantieri saranno del tutto autosufficienti, senza gravare in alcun modo sulle risorse a disposizione della cittadinanza. Stretto di Messina, con il Contraente Generale, ha studiato diversi sistemi di approvvigionamento: realizzazione di pozzi, dissalatori, riuso di acque industriali. La soluzione adottata sarà ovviamente concordata con le autorità e consentirà non solo di coprire efficacemente il fabbisogno dei cantieri, ma anche di garantire un surplus idrico a beneficio della collettività. Le opere realizzate, a fine lavori, saranno patrimonio del territorio».
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«Il ponte sarà un’opera inserita nel corridoio Scandinavo-Mediterraneo di valenza europea, che consentirà di fare giungere i treni ad Alta Velocità anche in Sicilia e permetterà di misurare l’attraversamento di questo braccio di mare in minuti anziché in ore - ha continuato Ciucci - ed è quanto meno curioso che il giorno della manifestazione sia stato fissato in un sabato di bollino nero, con Villa San Giovanni soffocata da file interminabili di autovetture che in alcuni momenti sono giunte fino all’autostrada».
«Il ponte è un’opera del territorio e per il territorio - ha concluso Ciucci - che porterà con sé anche una metroferrovia con tre fermate metropolitane e il prolungamento della tangenziale autostradale di Messina fino a Ganzirri, con due nuovi svincoli a Sant’Agata e Granatari. Apparterrà alla popolazione che vive sulle due sponde dello Stretto. E apparterrà anche a coloro che, oggi, sono scesi in piazza».