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Quali sono i luoghi da raggiungere per mettersi in salvo in caso di emergenza? Quali invece le aree da evitare? Dove arriveranno i soccorsi? Sono tutti elementi descritti all’interno dei piani di protezione civile comunale.
A Rende l’amministrazione ha proceduto all’aggiornamento dell’importante strumento di prevenzione del rischio, inaugurando anche una serie di incontri con la cittadinanza per pubblicizzarne i contenuti.
Alla prima iniziativa, ospitata nella sala consiliare di Piazza Matteotti, sono intervenuti tra gli altri, il dirigente regionale della Protezione Civile Carlo Tansi, il rettore dell’Università della Calabria Gino Crisci, il sindaco Marcello Manna insieme all’assessore al ramo Marina Pasqua.
Uno strumento efficace per prepararsi al peggio
«I piani di protezione civile o piani di emergenza - ha spiegato Tansi – contengono informazioni a disposizione delle istituzioni, dei sindaci, degli uffici tecnici, dei vigili urbani, dei cittadini stessi, in merito alle aree più sicure in cui rifugiarsi in caso di calamità, quelle in cui recarsi se ci troviamo di fronte, per esempio, ad un terremoto o all’esondazione di un fiume. Per raggiungere queste zone bisogna utilizzare appositi percorsi detti vie di fuga.
Dalla fase degli scongiuri a quella della prevenzione
Viviamo in una terra ballerina e alle prese con un grave dissesto idrogeologico – ha sottolineato Tansi – E’ necessario passare dalla fase degli scongiuri a quella della consapevolezza del rischio. Per questo – ha concluso il dirigente regionale della Protezione Civile – i piani comunali di emergenza non devono rimanere chiusi nei cassetti ma vanno divulgati alle famiglie, nelle scuole ed alle associazioni di volontariato operanti sul territorio».
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L’assessore Marina Pasqua, con delega alla protezione civile, ha preannunciato l’avvio di una campagna informativa incisiva per consentire ad ogni singolo abitante di Rende di conoscere gli elementi del piano così da poter affrontare con maggiore efficacia il verificarsi di ogni contingenza di natura calamitosa.