Fra Damiano passa le sue giornate in un villaggio abbandonato nel Reggino: «Vivere qui è bellissimo, il mio sogno è fare di questo luogo un’oasi di silenzio e di preghiera, aperto a tutti»
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Si chiama Damiano Zavaglia, la sua storia è straordinaria, sembra inventata. Damiano per 30 anni ha fatto il parrucchiere a Genova dov'era arrivato da Mammola, nel reggino. A Genova stava bene, ma ad un certo punto decise di abbandonare tutto e di entrare in convento, nell’ordine dei frati cappuccini. Ma non è tutto, perché successivamente ritorna in Calabria, in un villaggio abbandonato dell’Aspromonte. Non ci poteva essere scelta migliore per chi voleva vivere secondo le rigide regole di San Francesco d’Assisi .
Oggi Fra Damiano vive felice e sereno nei boschi, a stretto contatto con gli animali e nell’incanto delle montagne. In perfetta solitudine. Il suo eremo è un villaggio del tutto abbandonato. In una casetta vive felice alla bella età di 76 anni. È attivo sin dal primo mattino, soddisfatto di vivere lontano da tutto.
Da ragazzino a Mammola frequentava i frati del suo quartiere, ammirato dal loro stile di vita, ma niente lasciava intendere che un giorno avrebbe vestito il semplice e povero saio francescano.
«Vivere qui è bellissimo, non mi manca nulla e non soffro la solitudine» - racconta Fra Damiano. Parla della piccola e umile abitazione dove vive, priva di qualsiasi comodità, ma sempre aperta: «Chiunque vuole venire qui sarà sempre ben accolto. E quello che c’è da mangiare lo condividiamo».
Quando l’ex parrucchiere di Genova, figlio di contadini calabresi, ha deciso di tornare in Calabria e di rifugiarsi sull’Aspromonte, il comune di Mammola ha messo a disposizione una casetta in quel piccolo villaggio abbandonato della Limina.
Fra’ Damiano ne ha fatto il suo rifugio, il suo convento, il luogo magico che gli ha permesso di stare a stretto contatto con le bellezze del creato. Damiano è un eremita libero e felice.
Le sue giornate sono caratterizzate dal silenzio, dalla preghiera e anche dal lavoro: «Sveglia alle 6, mi dedico alla preghiera e alla lettura, poi vado nel bosco a procurarmi un po’ di legna, quindi accudisco l’adiacente chiesetta del villaggio».
E a chi gli chiede se per caso non abbia paura, risponde con un sorriso: «Non sono mai rimasto da solo. Con me c’è il Signore, la Madonna, San Francesco… che mi stanno sempre vicini».
Damiano racconta a chi va fargli visita che lui stava bene a Genova, la sua attività di parrucchiere funzionava, partecipava ai campionati nazionali e internazionali. Ma sentiva il bisogno di fare di più, di cambiare radicalmente vita.
Racconta come decise di chiudere tutto, di avvicinarsi all’ordine dei cappuccini di Genova dove è rimasto per alcuni anni. Non avendo famiglia ha potuto muoversi e scegliere liberamente. Poi finalmente viene accolto nella famiglia francescana. Ma non era ancora pienamente soddisfatto. Così passa un po’ di tempo e fa un’altra scelta radicale: decide di ritirarsi sulle splendide montagne del passo della Limina, a 822 mt slm. Del resto lui conosceva questo bellissimo valico dell’Appennino in provincia di Reggio Calabria, sulla linea di confine tra i comuni di Cinquefrondi e Mammola.
Fra Damiano ora ha finalmente trovato la pace assoluta, unita alla gioia di vivere a stretto contatto con la natura: «Il mio sogno è fare di questo luogo un’oasi di silenzio e di preghiera, aperto a tutti, soprattutto a coloro che cercano nel silenzio la risposta a tutti i problemi del nostro tempo».
Il cappuccino prega per la pace, è aggiornato sui conflitti in atto, segue Radio Maria e ogni tanto anche le partite di calcio. Sono questi gli unici svaghi che rompono il silenzio di questo angolo di paradiso, un tempo molto frequentato. Non ha nulla e non gli manca nulla: «Sono ricco di tutto quello che c’è attorno a me».
Vive con una piccola pensione frutto dei 30 anni di lavoro a Genova: «Me la faccio bastare, non ho pretese, mi procuro il necessario nel bosco».
E come scriveva Francesco d’Assisi: ‘Laudato sii, o mio Signore, per frate Vento e per l'Aria, le Nuvole, il Cielo sereno ed ogni tempo per il quale alle tue creature dai sostentamento.’