Il Presidente della Regione Mario Oliverio- informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta- ha preso parte, oggi pomeriggio, nel Santuario di Paola, alla solenne concelebrazione in onore di San Francesco di Paola, Patrono della Calabria, presieduta dal Correttore Generale dell’Ordine dei Minimi Padre Francesco Marinelli, accendendo, a nome di tutti calabresi,  la Lampada votiva che arde alimentata dall’olio offerto, per quest’anno, dai Sindaci di San Sosti, Platania e Pazzano, accompagnati da rappresentanti di categorie della società. Di seguito, il discorso che il Presidente della Regione ha tenuto per l’occasione.

 

“ Si rinnova e si compie nella città natale di San Francesco, in questo Santuario che è meta e punto di riferimento per milioni di pellegrini e devoti nel mondo, grazie all’opera dei Frati Minimi, questo momento emozionante e carico di significato che la Calabria vive.

E’ l’evento solenne in cui i calabresi possono sentirsi spinti a riflettere sull’essere una grande comunità, avvertirsi uniti, nella appartenenza alla terra che in Francesco da Paola vede un esempio, ancora così tanto attuale negli insegnamenti che vengono dalla sua prodigiosa esistenza, dalla sua instancabile azione; un faro, che illumina con la sua eredità spirituale, con la sua stessa straordinaria vita, chiunque voglia ricorrere alla sua luce. E’ un giorno, ancora, che riporta alle nostre radici, alla nostra identità, che fa memoria del passato, attraversando il presente su cui si edifica il tempo futuro.

 

Siamo qui, insieme, vicini anche ai milioni di conterranei, di calabresi che vivono all’estero, la cui devozione al Santo è forte, viva e vivificata da tante iniziative. Sono qui le città che offrono l’olio, che proviene dalla trasformazione grazie all’operosità dei nostri contadini, del frutto di una delle tante nostre bellissime piante, generose e resistenti. Queste città , di volta in volta, rappresentano, con i loro Sindaci, la Calabria, portando ognuna una parte della bellezza della sua natura, della storia, delle tradizioni, degli stessi prodotti, dei valori. Natura, storia, cultura, persistenze, vestigia, produzioni che sono assoluto patrimonio da tutelare, valorizzare, difendere.

 

Valori, cui sempre dobbiamo sempre guardare e fare riferimento, come ha indicato proprio San Francesco. Tra questi, la carità come la misericordia che avvicinano agli ultimi, l’umiltà come la tenacia che aiuta a costruire, l’attenzione all’altro; la responsabilità nel proprio agire, nell’agire di ognuno. Ed ancora, l’attenzione ai bisogni, alle esigenze, alle aspirazioni, alla costruzione di opportunità; la difesa della libertà, inoltre, della giustizia, della dignità, attraverso azioni concrete.

Fasi difficili attraversate dalla nostra regione, come dal nostro Paese e dalla stessa Europa, che hanno frenato la crescita e lo sviluppo, ancora pesano sul presente.

 

Permangono problemi gravi, profondo disagio; preoccupa una nuova povertà, la mancanza di lavoro e soprattutto l’avvenire dei giovani e delle ragazze. Ciò che possiamo affermare con la forza che viene dalla consapevolezza della profondità di questa difficoltà, ma anche dai fatti, è che verso il mutamento di queste condizioni vanno, devono andare, tutto il nostro impegno e le nostre azioni, un lavoro intenso che non deve risparmiarci nel tempo e nelle energie. Sono molti i semi nuovi che stiamo cercando di piantare su nostri terreni e che sono sicuro porteranno frutti, frutti che giungeranno a maturazione. Nessuno può essere in grado di rovesciare in un tempo breve situazioni che si sono accumulate in un lungo periodo, situazioni drammatiche.

 

In questo quadro, tuttavia, dobbiamo saper riconoscere i segni di un cambiamento che è già in atto e che è testimoniato anche da chi osserva quanto oggi in Calabria sta incominciando a muoversi, emerge, si afferma. La Calabria non è, e non appare più, oggi, regione distante, chiusa, in colpevole affanno. E’ una regione che sta cercando la strada del riscatto , che sta lottando per rovesciare stereotipi e negative rappresentazioni, che sta affermando le sue tantissime realtà migliori, che crede e pratica il confronto per vincere non una, ma le tante sfide che il mondo della globalizzazione impone, sul terreno di una smisurata competizione a più livelli. E’ una regione che guarda all’innovazione, che vuole essere risorsa per il Paese, in Europa e nel grande e movimentato bacino del Mediterraneo.

 

Quel Mediterraneo, mare che ‘unisce le terre che separa’, caro a Francesco da Paola che l’ha più volte solcato e attraversato, San Francesco Patrono anche della gente che per esso va, vorremmo fosse un mare di pace e non di migrazioni, spesso tragiche. Ci stiamo battendo anche su questo fronte, usando ciò che i calabresi posseggono e praticano da sempre: la solidarietà, l’accoglienza, la solidarietà, valori non sempre affermati anche nel vecchio continente, nel continente europeo segnato da civiltà nella sua storia.

Abbiamo il dovere di accogliere, prestare soccorso, dare sollievo; un dovere che sentono tantissime persone che si prodigano senza cedere alla fatica, aiutando chi arriva. Dietro ogni uomo, ogni donna, ogni bambino ci sono indicibili sofferenze patite e lacerazioni, terrore e paura, insanabili strappi, c’è l’ignoto. Abbiamo il dovere di riconoscere e rispettare la dignità di migliaia e migliaia di esseri umani che fuggono da fame, violenza, dittature, anche nella morte. E’ per questo che pochi giorni fa, nella simbolica occasione della ricorrenza del 25 aprile, abbiamo dato formalmente avvio alla realizzazione di un Cimitero Internazionale dei Migranti, proprio nella nostra terra, a Tarsia.

Dare avvio e portare a realizzazione quello che sarà un Memoriale, in cui riposeranno le vittime dei naufragi, senza distinzioni di cultura, razza o religiose, significherà ridare dignità, non solo quella della sepoltura, a tanti esseri umani che ne sono stati privati. E’ un messaggio di speranza che vogliamo lanciare al mondo.

Dobbiamo nutrire la speranza, alimentarla, in questa come in altre circostanze. E dobbiamo alla speranza anche legare la fiducia, operando per il bene comune. Sono queste condizioni che permettono di pensare un futuro in cui il cambiamento possa affermarsi anche nella nostra terra, imponendo i suoi effetti positivi su di una regione che è determinata a raggiungere questa meta. Sono sicuro che con l’insegnamento di Francesco da Paola riusciremo a realizzare questo obiettivo che è un anelito per tutti i calabresi: riscattare la Calabria, metterla al passo con i cambiamenti che segnano l’Europa e segnano il mondo”.