Avviata la sesta edizione della kermesse su Rs98. Alla discussione presenti tra gli altri il direttore artistico Armando Vitale e il presidente dell’associazione Condivisioni Bruno Censore
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Partire dai grandi temi attuali (pandemia, emergenza climatica e guerra) per sviluppare la capacità di riflettere sui propri comportamenti ed apportare tempestivamente modifiche per poter sperare in un futuro di civile convivenza. Con questo scopo, è stata avviata la VI edizione del Serreinfestival con il dibattito su RS98, introdotto e moderato dalla coordinatrice della rassegna Maria Rosaria Franzè.
In apertura, il direttore artistico del festival Armando Vitale ha esaminato la correlazione fra problemi generali e locali portando come esempi «l’insufficienza delle risorse del Pnrr per la Sanità che comporta il rischio di riduzione dell’ospedale di Serra San Bruno a Casa della Comunità» e «la siccità che causa la carenza di prodotti agricoli» nei paesi.
La dirigente del Liceo Berto di Vibo Valentia Caterina Calabrese ha invece approfondito le conseguenze della «crisi sanitaria che ha messo in evidenza la già esistente crisi della scuola, soprattutto nel rapporto con le nuove tecnologie» e ha imposto di «ripensare la didattica tradizionale che deve essere aperta, dinamica e alla portata dello studente». Dunque, servono iniziative come il Serreinfestival che «ha un importante valore educativo e pedagogico», che offre l’occasione per «riflettere sulle responsabilità individuali e collettive sulla crisi climatica e ambientale» e che invita a «riprendere la correttezza dei comportamenti».
Approccio critico quello del docente di Filosofia del Liceo Classico di Trani, Luigi Vavalà, che ha rimarcato come «il pericolo di sopravvivenza sulla terra vada detto in maniera diretta senza lentezza graduale. La guerra in Ucraina - ha affermato - dura da 8 anni e quest’anno è stata aggravata dall’invasione di Putin. Purtroppo - ha aggiunto - è tornata la voglia di conflitto e di competizione. E c’è da considerare la voglia americana di non perdere il controllo globale. Alla luce di tutto questo occorre fare un salto evolutivo: passare dalla competizione alla cooperazione, fermare i primati egemonici, acquisire consapevolezze diffuse».
La sintesi finale è stata affidata al presidente dell’associazione Condivisioni Bruno Censore che, dopo aver evidenziato «la necessità di usare la diplomazia», ha notato che “è cambiato il modus vivendi nelle nuove generazioni e oggi i giovani non si avvicinano alla politica avendo sfiducia rispetto ad essa”.