Nessuna commemorazione o intitolazione all’Unical, nessuna iniziativa da parte della Regione che addirittura lo esclude dal bando sui parchi letterari: mentre è citato in tutto il mondo, la sua terra sembra averlo scordato
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Nell’era dei social, ogni lutto è una manifestazione collettiva, un abbraccio fatto di foto e pixel, di ricordi e righe di codice che si intersecano in un fiume fatto di condivisioni, citazioni e like. Passata la piena, però, cosa resta di quel dolore e di quella partecipazione?
Sono passati poco più di 18 mesi dalla scomparsa prematura di Nuccio Ordine, il filosofo e letterato premiato in tutto il mondo che non dimenticava di ricordare in ogni occasione la sua Calabria, la sua università, la terra che gli aveva dato tutto e dalla quale non si era mai voluto staccare: ancora oggi i social sono pieni delle sue frasi, dei suoi video, delle sue più celebri citazioni. Eppure, probabilmente, ha condiviso in morte la sorte di quel Giordano Bruno che tanto aveva amato e studiato in vita: essere messo in disparte dai potenti, come tutti gli uomini di pensiero libero.
L’Università della Calabria dimentica Nuccio Ordine
Partiamo dall’Università della Calabria e da quel Dipartimento di Studi Umanistici che ha ospitato le sue lezioni per tantissimo tempo e che il docente originario di Diamante ha sempre ricordato in ogni sua intervista: a diciotto mesi dalla sua scomparsa, non risulta traccia né nei siti istituzionali né all’interno delle documentazioni di iniziative in ricordo della sua vita, delle sue opere, dei suoi scritti. Addirittura fece scalpore che, nel primo anniversario dalla sua scomparsa, non solo l’ateneo ma nemmeno il Dipartimento di Studi Umanistici avesse previsto una giornata di studio, un ricordo o un’iniziativa alla memoria di quel docente che ne portava in alto il nome e il prestigio. Unica iniziativa in suo ricordo nell’area urbana fu la giornata di studi organizzata dal Liceo Telesio, come sottolineato da Alessia Principe nell’articolo della nostra testata in quell’occasione: dal colle di Arcavacata il vuoto. Unica traccia resta, qualche settimana dopo la sua morte, un premio di laurea promosso dall’allora sindaco di Diamante e senatore Ernesto Magorno, dall’europarlamentare Pasquale Tridico e dal dottor Misiti, i cui oneri finanziari erano di Fondazione Carical, Bompiani e Comune di Diamante. Poi nulla più, un silenzio rotto solo dai post e dai continui ricordi dei suoi ex allievi sui social.
Anche la Regione Calabria e il Consiglio Regionale dimenticano Nuccio Ordine
Meglio non è andata sull’asse Reggio Calabria-Catanzaro, ovvero tra Consiglio Regionale e uffici della Regione. Dopo i comunicati di cordoglio, le photo opportunity condivise sui social come tracce di grande amicizia e di profondo dolore, tutto è stato dimenticato e messo in un cassetto: basti pensare che in questi mesi l’unica traccia è un intervento in Consiglio Regionale di Ferdinando Laghi, che ha ricordato nell’Aula Fortugno il docente scomparso 12 mesi prima. Il paradosso è che lo stesso Palazzo porta il nome di Tommaso Campanella, uno dei filosofi più studiati proprio da Ordine, che si spese in primissima persona per fondare a Cosenza quel Centro Studi Bruniani, Telesiani e Campanelliani che raccoglie opere da tutto il mondo. E se nei corridoi della Regione Calabria e del Consiglio Regionale è facile imbattersi in sale, spazi, vie e anfratti intitolati un po’ a chiunque, per uno degli intellettuali più celebrati dell’ultimo secolo non è stato trovato spazio nemmeno per una smunta targa in ottone.
Stride ancor di più pensando che, per l’intitolazione della Cittadella Regionale alla memoria di Jole Santelli, si accelerarono procedure e si rincorsero proposte di legge, modifiche di regolamento e tanto altro fino a giungere nel giro di pochi mesi all’obiettivo.
Paradossi tutti calabri, se si pensa che invece a livello nazionale (anche e soprattutto in politica) le citazioni e i ricordi sono continui: l’ultimo in ordine di tempo è stato Giuseppe Conte, sul palco della convention del Movimento 5 Stelle di qualche mese fa.
La gaffe: il bando sui Parchi Culturali che “esclude” Nuccio Ordine
Eppure, proprio le procedure regionali e uno dei bandi (tra i pochi) messi in piedi negli ultimi mesi avrebbe potuto dare un appiglio importante: l’assessore alla cultura Caterina Capponi, di fresca nomina nel mini rimpasto della Giunta Occhiuto dopo le elezioni europee, ha presentato in lungo e in largo prima la manifestazione di interesse e poi il susseguente bando per la creazione dei Parchi Culturali. Un avviso pubblico importante, con una dotazione di sei milioni di euro, per “finanziare la realizzazione infrastrutturale dei “Parchi Culturali Calabresi – Sulle orme dei grandi filosofi, poeti e scrittori calabresi”. Quale occasione migliore quindi per celebrare uno tra i letterati italiani più celebri degli ultimi anni? Eppure tutto questo non è possibile: non solo non è stato previsto, ma eventuali proposte che dovessero arrivare in tal senso dovranno purtroppo essere immediatamente rigettate e non accolte.
Il bando, infatti, permette di intitolare il Parco solo a persone scomparse almeno da dieci anni: un errore che, in realtà, si sarebbe anche potuto correggere in fase di pre-pubblicazione (se solo qualcuno ci avesse pensato, direbbero i maligni). Adesso purtroppo la procedura è avviata, il patatrac è stato fatto ed eventuali pezze che arriveranno non potranno che rendere il manifesto buco ancora più evidente.
La Biblioteca di Soveria Mannelli, l’omaggio di Chieffallo
Qualche sprazzo di luce, però, in questi diciotto mesi c’è stato: e se i potenti, gli accademici, le alte sfere hanno dimenticato il docente che celebrava il valore dello studio che arricchisce cuori e spiriti, in molti hanno continuato a ricordare la vita e l’esempio di Ordine. Tra questi Antonino Chieffallo, direttore della Biblioteca di San Mango d’Aquino, che ha intitolato proprio a Nuccio Ordine quei locali che vogliono diventare «la nuova casa degli scritturi e degli editori calabresi». Nel giorno dell’inaugurazione, la famiglia non ha nascosto l’emozione, raccontando la sua passione per la lettura e per quelle biblioteche che considerava «una seconda casa». Peccato che molti, proprio nella sua terra, lo abbiano dimenticato.
Forse, però, è meglio così: da pensatore eretico e libero, avrebbe davvero accettato qualche foto e una targa, qualche comunicato di ricordo e molta ipocrisia? Resta immutato l’amore dei suoi ex studenti, dei tanti lettori che lo hanno conosciuto e amato per il valore dei suoi scritti, di chi lo ha incontrato e ne ha ricordato il carisma. E forse, parafrasando il titolo di uno dei suoi libri più celebri, meglio un’utile biblioteca di provincia che un’inutile sede istituzionale.