Centinaia di messaggi, condivisioni, commenti e note: un vero e proprio fiume in piena fatto di ricordi di lezioni, incontri, presentazioni di libri e aneddoti che raccontano la passione del professor Nuccio Ordine per la letteratura, la cultura, la diffusione del sapere. Ma soprattutto, un diffuso sconcerto: come è possibile che l’Unical non abbia ricordato adeguatamente il professor Ordine? Come può la Regione Calabria averlo dimenticato così presto?

Dopo i nostri articoli, sono state tantissime le reazioni sui social: non solo studenti, ricercatori, persone che avevano avuto il piacere di incontrarlo nelle sue innumerevoli attività di divulgazione dalle quali non si tirava mai indietro. In queste ore, sono state tantissime anche le reazioni di politici, docenti e artisti che si sono schierati a sostegno della battaglia per ricordarlo adeguatamente.

Nuccio Ordine, l’affondo di Vito Teti: «Piccoli uomini rancorosi e invidiosi»

Tra i primi a schierarsi sui social è l’antropologo Vito Teti, docente proprio dell’Università della Calabria, che in un commento sui social è netto sulla vicenda: «All'Università prevalgono, spesso, almeno per queste decisioni, piccoli uomini, rancorosi, invidiosi che ostacolano le iniziative di tanti docenti di grande qualità intellettuali ed umane – scrive il docente - I conflitti accademici per il potere sono terribili e meno male che sono in molti a privilegiare didattica, ricerca, sapere e studenti. A San Mango d'Aquino gli hanno dedicato una bellissima biblioteca. Che Nuccio continui ad essere eretico, e voluto bene dalle nuove generazioni e da intellettuali calabresi e italiani e del mondo. Continuate, abbiamo bisogno di chi si oppone a potenti e prepotenti».

Parla la deputata Anna Laura Orrico: «Lasciato nell’oblio proprio nella sua terra»

Dura anche la posizione di Anna Laura Orrico, deputata del Movimento 5Stelle ed ex sottosegretaria alla Cultura: «Dispiace constatare come la memoria del professore Nuccio Ordine venga in qualche modo lasciata nell’oblio, proprio nella sua terra, cui era legato visceralmente nonostante fosse uno dei saggisti italiani più conosciuti all’estero. Di contro ammetto di essere stata orgogliosa del fatto che Giuseppe Conte abbia invece voluto ricordarlo venendo proprio in Calabria. Personalmente ho un ricordo particolare legato a lui che interseca il momento più alto della mia esperienza politica, quando cioè ricoprivo la carica di Sottosegretaria ai Beni culturali nel governo Conte II. Ovviamente lo conoscevo di fama – spiega - acclarata ed autorevole, benché anche io abbia studiato all’Università della Calabria dove lui insegnava presso il Dipartimento di studi umanistici. Mi mancava, però, incrociare il tratto umano, il dialogo diretto. Occasione che si è palesata durante il ciclo di audizioni pubbliche, da me avviata alla Prefettura di Cosenza, per dare luogo al concorso di idee relative al Contratto istituzionale di sviluppo del centro storico della nostra città, che prevedeva – così come poi è stato concretizzato – l’arrivo di 90 milioni di euro da destinare alla rigenerazione urbana del borgo antico. Ecco, in quella occasione, io, come gli altri componenti della delegazione del Ministero della Cultura, rimanemmo impressionati dalla capacità di raccontare una visione, un’idea, quella di creare fisicamente un Centro Studi Telesiani in modo da dare, agli studiosi di tutto il mondo, gli strumenti scientifici necessari per studiare l’opera e il pensiero di Bernardino Telesio, di Giordano Bruno e di Tommaso Campanella: una biblioteca permanente, sosteneva il professore Ordine, per valorizzare quanto di più europeo abbiano prodotto Cosenza, la Calabria e la cultura meridionale».

«Aveva gli occhi magnetici – prosegue –che brillavano nell’esporre questo progetto di respiro internazionale per agganciare il mondo e far arrivare il mondo nel cuore di Cosenza. Con il garbo di chi non si stanca di rendere partecipi gli altri della propria conoscenza, l’eloquio di un intellettuale dalla statura ragguardevole eppure rimasto profondamente ancorato alla Calabria ed a tutti i sud. Un “gigante” del sapere umanistico dagli occhi entusiasti e gentili, che sapevano di vita».

Ordine: le reazioni di Sposato, Chieffallo e Cundari

Anche l’ex segretario regionale della CGIL e membro della segreteria nazionale Angelo Sposato ha condiviso l’articolo con un duro commento: «Questa notizia è triste e non mi sorprende, purtroppo. Nuccio Ordine rimane tra gli storici contemporanei più autorevoli, saggista e autore di livello internazionale. Ho avuto il privilegio di conoscerlo, di apprezzarne le virtù accademiche e umane, che meriterebbero memoria e riconoscimenti».

Si unisce al coro Antonio Chieffallo, direttore della biblioteca di San Mango d’Aquino intitolata proprio a Nuccio Ordine e più volte citato all’interno dei post: «È davvero incomprensibile. C'è qualcosa di profondamente sbagliato in questa terra anche se la storia si è già incaricata di mettere le cose al proprio posto. Noi racconteremo molto di lui».

Tra quelli che invece lo hanno ricordato in questi mesi c’è certamente il poeta e attore Daniel Cundari, che ha ricordato la figura di Ordine non solo nella sua Piccola Biblioteca di Cuti ma in diversi reading in giro per la Calabria, a Locri e a Cosenza: «C'è chi non vuole, non può e non fa. Ma c'è anche chi vuole, può e fa. La libertà è un talento temuto, soprattutto a queste latitudini».