Una mostra itinerante che in questi mesi sta attraversando le diocesi italiane con lo scopo di far conoscere alle nuove generazioni la figura di Armida Barelli, donna determinata ed infaticabile, che, proclamata beata il 30 aprile scorso nel Duomo di Milano, ha segnato la prima metà del Novecento con la sua volontà di rafforzare la presenza cattolica in tutta Italia.

La mostra fino ad oggi sarà visitabile al centro pastorale della diocesi di Locri, guidata dal vescovo monsignor Francesco Oliva. «Una donna che ha saputo fare rete attorno a sé, di grande spessore culturale e spirituale – ha espresso Oliva - che si è consacrata presso un istituto religioso senza prendere i voti. Una donna che ha valorizzato il genere femminile con grande impegno culturale e sociale».

Laica nel mondo e per il mondo, ha dato forma a un nuovo ruolo delle giovani e delle donne nella Chiesa e nella società; fu cofondatrice con Padre Agostino Gemelli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dell’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità e dell’Opera della Regalità, nonché dirigente dell’Azione Cattolica italiana. Sicuramente una grande testimone del nostro tempo. «Armida Barelli è grande perché è stata una donna che ha portato l’innovazione riguardo la figura femminile – è il pensiero della delegata diocesana dell’Università Cattolica Maria Carmela Ferrigno - protagonista di un cattolicesimo inclusivo, che va fuori le mura della chiesa e che propone il riscatto delle classi più deboli senza alcuna distinzione».