Dalla domenica della Palme, il giorno dell'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, accolto da una folla festosa che sventola rami di palma fino alla Resurrezione. Anche il territorio reggino, come la Calabria tutta, si presenta costellata di riti e usanze pasquali che affondano le radici nella tradizione anche molto antica per intrecciarsi con la fede, la cultura popolare, le usanze pagane e così condensare le tante anime custodite dalla nostra terra. che la Calabria e quindi anche il territorio reggino custodiscono. 

A Caulonia, sul versante ionico reggino, l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, si rievoca con “la bussata” con i fedeli in processione dall’Arciconfraternita del Santissimo Rosario per poi arrivare sul sagrato della chiesa Matrice, in piazza Mese, e lì bussare, appunto, alla porta della chiesa. Il tutto scandito da canti. Altra tradizione che da alcuni lustri è torna ad animare il borgo di Bova, cuore della valle grecanica, è la Domenica delle Palme o delle Persephoni, chiamate anche Pupazze o Madamme. Un segno religioso contaminato dal mito e viceversa. Ricordando l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, sfilano le Palme che però sono intrecci minuziosi di foglie di ulivo, nastri e merletti sostenuti da un telaio di canna. Fiori e frutti delineano graziose figure femminili e celebrano così anche la primavera. Così la religiosità è fede ed è anche mito della terra e della fertilità nel segno di Demetra e della figlia Persefone. Un cammino nel mito, dal rapimento per mano di Ade innamorato della giovane, dall’angoscia di Demetra e dalla carestia, fino al ritorno dagli Inferi di Persefone, alla sua liberazione e all’abbraccio della madre in un rinnovato soffio di vita e fertilità.

La settimana Santa 

La domenica delle Palme introduce i riti della Settimana santa, dell'adorazione dei Sepolcri, della Passione, della Veglia e della Resurrezione di Cristo secondo la religione cattolica. Questa festività ogni anno cade la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera, pertanto è una festa mobile che ogni anno, nel calendario gregoriano, ricade tra il 22 marzo e il 25 aprile.

Nel Reggino, culla della Grecia di Calabria, si celebra sia la pasqua cattolica che quella ortodossa. La differenza risiede nella ritualità e anche nella collocazione temporale che differisce di alcuni giorni. La comunità ortodossa al calendario giuliano piuttosto che a quello gregoriano. Dunque i primi sono i riti della settimana Santa Cattolica in cui spicca la via Crucis del venerdì santo, a Stilo tra le vie del borgo con liturgie intense e a Mammola fino sul monte Calvario. 

I sepolcri sono meta per i fedeli in moltissime chiese del territorio metropolitano reggino anche sul versante pianigiano con processioni del venerdì santo a Cittanova, Cinquefrondi, Laureana di Borrello, Rosarno, Rizziconi, Oppido Mamertina, Melicucco, Polistena, Palmi, Seminara e Gioia Tauro e Taurianova e tanti altri. 

Il sabato Santo a Caulonia

Segue la celebrazione del sabato santo con l'antico rito del Caracolo di scena a Caulonia. Vestiti di saio bianco e incappucciati con una corona di spine sul capo, i rappresentanti delle due arciconfraternite del Rosario e dell'Immacolata si ritrovano nel cuore del paese prima dell'inizio della processione di otto statue. Queste rievocano i momenti salienti della Passione di Cristo. Quindi l'ingresso nella chiesa Matrice prima del ritorno in piazza.

Il giorno di Pasqua: la Svelata e l'Affruntata 

Caratteristica la Svelata in molti comuni come Mammola e, sul versante ionico, Gioiosa, Siderno e Caulonia.

La statua della Madonna con un velo scuro e quella di Gesù Cristo vengono velocemente portate l'una di fronte all'altra. Nel momento dell'incontro la caduta del velo scioglie il lutto di Maria nel segno della Resurrezione. La Svelata che sull'altro versante del territorio metropolitano di Reggio Calabria diventa la celebre Affruntata, consiste nell'incontro tra Maria e il Figlio risorto. Chiamata anche Cunfrunta e Ncrinata, essa è diffusa anche nel Vibonese. È un rito religioso molto diffuso ispirato alla narrazione dell'incontro tra la Madonna Gesù e San Giovanni Apostolo. Secondo le prevalenti interpretazioni, San Giovanni è il mediatore dell'incontro e l’annunciatore della vittoria del Figlio sulla morte. Questo rito ha fluttuato nella sua pratica tra la domenica di Pasqua, il lunedì dell’Angelo e il martedì dopo Pasqua. Ogni anno si rinnova nel giorno di Pasqua in molti comuni nel Reggino. Tra questi in programma oggi a Cinquefrondi, Cittanova, Polistena, Roccella Ionica.

La Pasqua ebraica

Nell’antica e florida Giudecca e nella terra della seconda sinagoga ebraica più antica d'Europa rinvenuta a Bova Marina, c'è anche chi festeggia in famiglia la Pesach. Per gli ebrei, che ancora attendono il Messia, si commemora la liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù d’Egitto. I festeggiamenti durano otto giorni (quest'anno dal 22 al 30 aprile). Forti sono le componenti spirituali e conviviali, con preghiere e canti antichi e cibi tipici come il pane azzimo, prodotto solo con acqua e farina di cinque cereali (frumento, orzo, avena, segale e spelta), rigorosamente senza sale e senza lievito. La Pesach nel Reggino rivive per lo più in ambiti privati. 

Il rito ortodosso nell'area Grecanica

Seguendo le antiche orme dei greci di Calabria arriviamo in Bovesìa, culla secolare e di straordinario fascino della minoranza ellenofona di Calabria. Essa dai monti di Bova abbraccia le frazioni di Amendolea e di Gallicianò di Condofuri. In particolare a Gallicianò i riti della settimana santa ortodossa sono ancora praticati. Due sono i monasteri ortodossi nel Reggino e si trovano a Seminara e a Bivongi (San Giovanni Theristis). Qui convergono le comunità ortodosse rispettivamente della Piana di Gioia Tauro e della Ionica. La Pasqua ortodossa che, seguendo il calendario giuliano, quest'anno sarà celebrata il prossimo 5 maggio, sarà attraversata dalla ritualità greco - bizantina.

La Pasqua ortodossa a Reggio

Anche nella chiesa di San Paolo dei Greci di Reggio Calabria festeggerà la pasqua ortodossa. Nel quartiere di Sbarre in via dei Santi Italo Greci, si rinnoverà la tradizione del Sacro Fuoco, culmine del Triduo pasquale e suggestivo segno della Pasqua orientale delle chiese ortodosse di tutto il mondo. Nell’annuncio Christos Anesti, Cristo è risorto in greco, pulsa anche in riva allo Stretto il cuore dell’antica Calabria Greco-Ortodossa.

La luce accesa dentro la chiesa viene poi portata in processione fuori per la benedizione durante la cerimonia animata dai cantori, che  in queste liturgie hanno un ruolo di primo piano. Si celebra così la fine della Quaresima che per gli ortodossi precede la Pasqua nel segno del digiuno. Un rito antico, molto atteso e sentito, scandito dai riti della Settimana Santa, dalla veglia fino a mezzanotte e dalla messa domenicale. Una liturgia mattutina solenne e al contempo particolarmente gioiosa, scandita da canti che nella comunità di questa parrocchia sono caratterizzati da un'originale varietà linguistica. Gli intercalari sono in greco, slavo ecclesiastico, ucraino, rumeno e georgiano.