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REGGIO CALABRIA - Nuovo sequestro della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria. Nel mirino Nicola Romano, operaio forestale, ma che di fatto svolgeva l’attività di imprenditore, occupandosi delle imprese di famiglia, gestendo – secondo l’accusa - direttamente la realizzazione di opere pubbliche e il taglio boschivo, forte del legame mantenuto per diversi anni, con la famiglia mafiosa dei Cordi' attiva a Locri. Nei suoi confronti e' stato disposto il sequestro del patrimonio, stimato in circa 13 milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, presieduto da Ornelia Pastore.
Le indagini. Secondo le indagini, l'uomo, avrebbe rivestito un ruolo di primissimo piano nell'ambito delle consorterie mafiose operanti nella fascia ionica reggina, in qualita' di capo del 'locale' di Antonimina. Il suo nome compare infatti nelle attivita' investigative dell'operazione 'Saggezza' messa a segno nell'ottobre 2012 e condotta da personale del comando provinciale dell'arma dei carabinieri di Reggio Calabria.
Le accuse. Secondo gli investigatori, l'uomo oltre ad essere 'capo del locale di Antonimina' e' risultato svolgere il ruolo apicale di 'capo consigliere' della 'Sacra Corona', struttura criminale posta superiormente ai 'locali di 'ndrangheta' operanti sui territori di Antonimina, Cimina', Ardore, Cirella di Plati' e Canolo, tutti Comuni siti nella fascia ionica della provincia reggina. Le indagini hanno consentito di appurare che la 'Sacra Corona' vantava legami criminali con gli esponenti criminali delle principali famiglie mafiose della provincia reggina, quali i Comisso di Siderno, i Cordi' di Locri, i Pelle di San Luca, gli Aquino di Marina di Gioiosa Jonica, i Vallelunga di Serra San Bruno, i Barbaro di Plati', gli Ietto di Natile di Careri, i Primerano di Bovalino e con personaggi di assoluto spessore criminale all'interno della 'ndrangheta.