Il procuratore di Catanzaro dalla marcia della pace di Paola interviene sulla tragedia consumatasi poche ore prima nelle acque calabresi dove hanno perso la vita almeno 59 migranti
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Con un programma accorciato a causa delle avverse condizioni meteo, la Marcia della Pace – organizzata su impulso del Servizio di Pastorale Giovanile, Vocazionale e Missionaria della Provincia Monastica “San Francesco”, di concerto all’Ordine dei Minimi e alla Comunità del Santuario di Paola – ha avuto luogo in forma ridotta per le vie del centro urbano del comune tirrenico.
Partito comunque da piazza IV Novembre, il corteo si è snodato rapidamente – e senza le soste previste – lungo il percorso che conduce alla Basilica del Patrono di tutti i calabresi, culminando nella nuova e capiente aula liturgica dove ha avuto luogo l’attesissimo incontro con il procuratore antimafia Nicola Gratteri e l'arcivescovo metropolita di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, per l’occasione affiancati da padre Giovanni Tolaro del servizio di pastorale giovanile, da padre Francesco Trebisonda, correttore provinciale dell’Ordine dei Minimi e monsignor Giovanni Checchinato, arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano (per la priva volta in visita al santuario regionale paolano).
Nonostante la pioggia, l’evento è stato molto partecipato, a riprova che l’invito rivolto alle famiglie, ai movimenti, alle associazioni, ai giovani e alle scuole, ha colto nel segno, coinvolgendo tutti alla riflessione su un tema che - tra conflitti bellici sparsi su tutto il pianeta (di cui quello in Ucraina è diventato l’emblema) e azioni criminali condotte sul territorio dalle organizzazioni di stampo mafioso - è avvertito come prioritario nell’agenda di quanti auspicano l’instaurazione di un regime legalitario e realmente pacifico.
Facendo leva sulla partecipazione attiva alla vita comune, che implica di per sé la presa in carico di responsabilità spesso “schivate” dai più, sia il procuratore Gratteri che l’arcivescovo Battaglia, hanno spronato i presenti a confidare nel cambiamento, inteso come motto di spirito collettivo capace di procurare effetti benefici sulla realtà circostante. Entrambi, nel corso degli applauditissimi interventi, non hanno mancato di affrontare la notizia di cronaca che ha caratterizzato, a livello nazionale ed internazionale, l’attualità calabrese, funestata dal naufragio del barcone di migranti dinnanzi alle coste crotonesi. «Le condizioni dei Paesi da cui queste persone fuggono – è stato un passaggio – sono spesso contraddistinte da situazioni di belligeranza armata, dinnanzi alle quali si preferisce fuggire, spesso con esiti tragici come quello odierno, che rappresenta l’ennesima immane catastrofe umanitaria».
«Non è ammissibile assistere inermi ai conflitti – ha detto dal pulpito il procuratore Gratteri – senza che nessuno muova un dito per imporre la pace. Occorre un deciso cambio di mentalità che parta direttamente dalle scuole, dove troppe risorse sono impiegate per portare avanti progettualità che spesso soverchiano gli insegnamenti basilari. Le nuove generazioni sono sempre più esposte a rischi incalcolabili, tra i quali la pedofilia è senz’altro uno dei più preoccupanti, con tanti topi di fogna che hanno smesso di vivere nell’ombra e agiscono in maniera sempre più sfacciata».
Al termine della manifestazione, ad ogni relatore è stato offerto in dono il manifesto incorniciato della giornata, culminata nelle varie performances preparate dalle scuole di ogni ordine e grado.