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VIBO VALENTIA – Non dovrà fare le valige e potrà continuare ad amministrare il suo Comune. Il sindaco di Nardodipace, piccolo centro delle Serre vibonesi, resta al suo posto. Pericolo scampato per Romano Loielo che lo scorso ottobre era stato dichiarato incandidabile dal Tribunale di Vibo poiché ritenuto responsabile dello scioglimento per infiltrazioni mafiose degli organi elettivi dell’ente disposto il 19 dicembre del 2011.
La sentenza. La Corte d'Appello di Catanzaro, accogliendo un'interpretazione di diritto prospettata dall'avvocato Sergio La Grotteria, ha ritenuto che la norma sull'incandidabilita' vale solo per il turno elettorale "successivo" allo scioglimento del Comune per mafia, anche se tale turno elettorale interessa Comuni diversi da quello sciolto. Cio' sul presupposto che un amministratore puo' teoricamente candidarsi anche alle elezioni che interessano Comuni diversi dal proprio. Nel caso di Nardodipace, dopo lo scioglimento per mafia disposto nel 2011 si sono tenuti in Calabria due turni di elezioni amministrative per altri Comuni, con la conseguenza che all'atto della rielezione a sindaco (18 novembre 2013) Romano Loielo aveva gia' "scontato" il turno di incandidabilita'.
Gli altri provvedimenti. Stesso discorso per l'ex vicesindaco di Nardodipace, Romolo Tassone, non ricandidatosi pero' nel novembre 2013. Respinto poi il ricorso del Viminale per gli altri assessori dell'ex giunta Loielo che restano candidabili. In sede amministrativa (Tar), lo scioglimento per mafia del Comune disposto nel dicembre 2011 e' stato invece ritenuto legittimo e confermato in via definitiva.