La piccola è stata sottoposta a un intervento chirurgico urgente all’intestino a poche ore dalla nascita. Dopo cinque mesi di cure è tornata a casa. I genitori: «Senza quest’assistenza non ce l’avrebbe fatta»
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Una neonata è stata salvata al pediatrico Meyer di Firenze, grazie a una diagnosi prenatale definita «eccezionale» e a un'operazione urgente all'intestino a poche ore dalla nascita. La piccola, originaria della Calabria, dopo quasi cinque mesi di cure ha potuto fare ritorno a casa: «Sta bene - si spiega dal Meyer - e progressivamente potrà cominciare ad alimentarsi naturalmente, senza ricorso alla nutrizione parenterale».
Tutto inizia ad agosto, quando la futura mamma, alla 31/a settimana, su suggerimento del suo ginecologo si reca al Meyer. All'ospedale fiorentino un'ecografia rivela una grave anomalia: una severa dilatazione delle anse intestinali del feto, indicativa di un'acuta patologia intestinale. Durante questa valutazione, stimando il benessere fetale attraverso l'ecografia doppler, il team della diagnosi prenatale evidenzia anche una grave anemia fetale. Ciò porta a un cesareo d'urgenza a Careggi, seguito da un tempestivo trasferimento della neonata al Meyer per l'intervento: la piccola subisce «una resezione massiva dell'intestino tenue, di cui il 75% risultava compromesso, e una tubostomia, una tecnica alternativa alla stomia convenzionale» grazie alla quale i «chirurghi hanno creato una derivazione intestinale esterna, posizionando poi la nutrizione parenterale».
Dopo tre mesi, durante i quali la piccola è stata presa in carico dalla terapia intensiva, la bambina ha avuto una seconda «delicata» operazione per la ricostruzione intestinale autologa: «Mediante tecniche di rimodellamento» le è stato «garantito un nuovo intestino che possa funzionalmente e fisiologicamente garantire" una "vita normale in futuro».
«Per tanti mesi il Meyer - raccontano i genitori della piccola - è stato la nostra casa, a 360 gradi. Hanno prima salvato la nostra bambina, che senza quella diagnosi prenatale non ce l'avrebbe fatta. Poi, oltre all'assistenza sanitaria fornitale, hanno aiutato noi a trovare una sistemazione in una delle strutture della rete di accoglienza, ci hanno fornito assistenza psicologica e spirituale oltre ai teleconsulti con i medici in Calabria per preparare il ritorno a casa, spiegandoci tutto passo passo, con grande umanità e professionalità. Per questo non possiamo che ringraziarli uno a uno».