Il 30enne ha cambiato completamente vita dopo il primo impatto con il mondo della scuola: «Non avevo più il modo di conciliare la sfera privata con quella lavorativa»
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Un decennio di emmoragie giovanili. In Calabria se ne sono andati 162mila ragazzi negli ultimi vent'anni. Andati via per non tornare più, se non durante le feste comandate. Sono i millennials, la generazione emigrata. In queste cinque interviste, daremo voce ad alcuni di loro rientrati per le feste.
La storia di Antonio Orrico, da Cosenza a Madrid via Roma
Antonio Orrico, classe 1994, ha preso una laurea triennale in lingue all'Unical prima di proseguire con la magistrale all'Università La Sapienza di Roma. Dopo aver terminato il secondo ciclo di studi poco prima della pandemia, ha vissuto un anno a Cosenza cercando opportunità lavorative. Risultato? Rotta per Modena per una supplenza. Poi il cambiamento totale e il viaggio verso la Spagna. «A un certo punto ho deciso di trasferirmi a Madrid, una città che conoscevo bene grazie a mia sorella. Ho scelto il mondo aziendale per avere uno stile di vita più ordinato e una città più vicina allo stile del sud Italia. Per quanto possa sembrare paradossale - dice ridendo - è molto più vicina a Cosenza la capitale spagnola che non Modena».
La scelta di abbandonare l'insegnamento
Nonostante la vittoria di un concorso per l'insegnamento, Antonio Orrico ha deciso di cambiare strada. «La precarietà ha influito relativamente poco. È stato più uno shock culturale e ambientale. Vivere nella provincia emiliana non mi sembrava adatto a me. La precarietà è un fattore secondario rispetto alle dinamiche ambientali». Specialmente se il lavoro dei tuoi sogni si trasforma ben presto in uno stress senza fine. «È stato difficile gestire il sistema scolastico, le dinamiche aziendali e il rapporto con le famiglie. Inoltre, il carico di lavoro oltre l'orario scolastico mi ha fatto sentire la mancanza di equilibrio tra vita e lavoro»
Antonio Orrico e il nuovo ruolo professionale a Madrid
Così si cambia, volo per Madrid, dove oggi Antonio Orrico convive con la compagna e lavora per un'azienda che offre corsi di formazione linguistica online per altre realtà aziendali. «In un certo senso sono rimasto nel mondo delle lingue, anche se ora mi occupo del lato commerciale e pre-commerciale. Questo mi soddisfa molto». E tornare a lavorare a Cosenza come insegnante? «Non è un'opzione. Se non avessi vissuto questi due anni a Madrid, forse direi di sì. Ma adesso, con la mia esperienza, ti dico di no. Amo tornare a Cosenza per brevi periodi, godendomi solo il bello senza le dinamiche che rendono difficile viverci stabilmente». La qual cosa, comunque, non gli impedisce di vivere il Natale in Calabria: «Questo è imprescindibile: anche perché tutti siamo fuori, siamo distanti, quindi riusciamo a rivederci solo durante le feste». Il Natale come porto franco durante il quale riunirsi agli affetti. Una realtà anche per chi vive fuori per scelta.