VIDEO | La proposta del sindaco ed europarlamentare in occasione della marcia mondiale per la pace e la non violenza: «Riabitare i luoghi e farli rinascere è possibile»
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Una proposta da presentare in Europa, ispirata a una legge regionale del 2009 sull’accoglienza dei richiedenti asilo e sullo sviluppo delle comunità locali. A farsi promotore sarà l’europarlamentare e sindaco di Riace Mimmo Lucano, che ha accolto nel piccolo borgo della Locride una tappa della terza marcia mondiale per la pace e la non violenza, partita lo scorso ottobre dal Costarica, scelto come luogo di partenza e arrivo per la sua caratteristica di stato senza esercito, fattore molto significativo in quest’epoca di conflitti e guerre.
«Sono felice che questa iniziativa faccia tappa a Riace – ha espresso il primo cittadino - simbolicamente è un bel messaggio. Per me è stata l’occasione di proporre quella che sarà il mio obiettivo più importante come europarlamentare: il modello Riace come alternativa alle deportazioni in Albania, ai Cpr, ai lager e a tutte le misure restrittive e disumane che sono state messe in atto nel corso degli anni sulla gestione dei migranti. È un occasione per recuperare il patrimonio abbandonato dei nostri borghi senza grandi fondi, perché ri-abitare i luoghi e farli rinascere è possibile. L’accoglienza ai migranti dà la possibilità ai paesi come Riace di avere atteggiamenti di rispetto dei diritti umani e far coesistere lo sviluppo locale e la rinascita dei luoghi».
L’equipe base che sta percorrendo tutto l’itinerario della marcia è composta da volontari che incontrano in ogni tappa le associazioni, istituzioni e persone che hanno aderito alla marcia. Tra le richieste il disarmo nucleare, la rinuncia degli stati all’uso della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti e la riforma dell’ONU in senso democratico con l’abolizione del diritto di veto. «Da Riace vogliamo continuare a mandare messaggi di umanità e pace – ha ribadito il referente della Marcia Salvatore Albanese - sperando che riescano a penetrare questa nebbia dell’orrore in cui tutti noi siamo avvolti».