VIDEO | Dai problemi derivanti dalla mancanza di contratti di locazione al lavoro sottopagato. Il mediatore culturale Kane Allssaini chiede un radicale intervento delle istituzioni: «Tanti giovani fanno fatica»
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I migranti a Corigliano- Rossano, i livelli di ospitalità, i problemi burocratici, il lavoro sottopagato, i processi di regolarizzazione per i permessi di soggiorno durante la pandemia. Sono tante le questioni che riguardano gli immigrati in riva allo Jonio. La comunità africana si è gradualmente radicata, particolarmente a Schiavonea anche se avverte un limite su come integrarsi. Sul versante del lavoro sottopagato, le posizioni più regolari hanno avuto una graduale crescita nella remunerazione dai 26 euro di qualche anno fa ai 40 di oggi. Ma per tanti, lo sfruttamento vigente.
Si è lavorato molto in questa direzione, e molto dipende dall’unità dei nordafricani molti dei quali non conoscono i propri diritti né le procedure burocratiche. In particolare i problemi riguardano i contratti di locazione, i certificati di residenza, le buste paga. Tanti i ritardi accumulati dalla pubblica amministrazione italiana. «Chiediamo aiuto, afferma Kane Alssaini (esperto interculturale dell’associazione Fraternità Giovanni Paolo – mediatore linguistico e referente della comunità africana), tanti giovani fanno fatica a integrarsi. Ci sono delle associazioni che svolgono un ruolo importante in questa direzione, ma non basta. Occorre l’intervento complessivo delle istituzioni ai vari livelli».
In molti non hanno posti dove dormire in quanto non trovano case da fittare, tra diffidenza dei locatori e rischi di cadere in forme di illegalità. Qualcosa è stato fatto relativamente alla necessità di favorire l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari ma il programma adottato nel maggio del 2020 al momento pare non abbia prodotto i risultati sperati. I settori d’intervento individuati per i migranti sprovvisti di documenti erano quelli agricolo, pesca, domestico e assistenza alla persona. Alcune procedure sono in capo ai datori di lavoro, altre agli stranieri che avanzano la richiesta di permesso di soggiorno in attesa che possano trovare un posto di lavoro. C’è stata, dunque, una prima volontà del Governo di affrontare la questione ma le criticità si rivelano tante, a partire dalla limitazione dei settori indicati (esclusi gli edili, ristorazione, alberghi, etc). E tra le criticità rinvenute il dato secondo cui molti braccianti agricoli mantengono rapporti con gli intermediari (fenomeno del caporalato) pertanto, non conoscono i datori di lavoro.