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La tensione è salita quando Marco Minniti è stato invitato a prendere la parola. Dal pubblico, un isolato contestatore si è rivolto al titolare del Viminale, agitando uno dei volantini distribuiti all’esterno da un gruppo di manifestanti.
«Un documento scritto da immigrati, docenti, ricercatori di questa università – ha detto il giovane, Giuseppe Bornino, un professore di Storia e filosofia precario della scuola, rivolgendosi al ministro dell’Interno – Questo è un foglio di via per lei che rappresenta una minaccia per la libertà in questo paese».
Questi i sentimenti del ragazzo, prontamente allontanato dalla forze dell’ordine ed invitato ad uscire. Imponente il cordone di sicurezza predisposto. Militarizzata la zona esterna all’aula magna dove Minniti è intervenuto ai lavori del seminario “Intelligence: a dieci anni dalla riforma. Risultati, questione aperte, prospettive”, organizzato dal Centro di Documentazione Scientifica sull’Intelligence dell’Università della Calabria, in collaborazione con il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Repubblica, il Laboratorio Nazionale CINI di Cybersecurity e la rivista di geopolitica LIMES.
Il titolare è giunto poco prima delle ore 10 ed ha lasciato l’aula magna dopo un lungo intervento, intorno alle 11,30. Imponente, come detto, lo schieramento di forze dell’ordine predisposto, con l’intervento anche di unità cinofile e tiratori scelti. Quando Minniti ha preso la parola, all’esterno i contestatori, circa una cinquantina di persone, hanno raggiunto il ponte Pietro Bucci lontano in linea d’aria dall’aula magna circa trecento metri. I manifestanti protestano contro i recenti decreti varati dl ministro dell’Interno, fortemente restrittivi, a giudizio dei contestatori, delle libertà personali garantite dalla Costituzione.
La situazione sembrava sotto controllo. Poi è degenerata improvvisamente quando è apparso uno striscione recante la scritta “Foglio di via per Minniti”. A quel punto la polizia, in tenuta antisommossa, ha effettuato una carica di allegerimento sui manifestanti, suscitando spavento e qualche reazione sconsiderata. Nel complesso sono state tre le cariche effettuate dagli agenti. Non si registrano feriti o contusi.
I contestatori, muniti di alcuni cartelli e manifesti, hanno aspramente criticato anche il rettore Crisci per aver consentito di militarizzare l’Università della Calabria, un luogo di cultura in cui dovrebbe essere garantita la libertà di espressione anche del dissenso politico.