L’undicesimo articolo dei principi fondamentali della Costituzione, che enuncia il ripudio della guerra quale strumento di risoluzione per qualsiasi controversia, il diritto alla libertà e alla giustizia universale e il diritto alla difesa. È ruotato attorno a questo il dibattito pubblico promosso dall’Anpi di Locri, nell’ambito del ciclo di incontri per celebrare i 75 anni dalla firma della Carta Costituzionale. Al centro la crisi in Ucraina e il ruolo dell’Europa nei processi di pace. Ad entrare nel merito del tema è stato Vincenzo Cannizzaro, ordinario all’Università La Sapienza di Roma e autorevole conoscitore del diritto internazionale.

«Gli Stati occidentali stanno aiutando l’Ucraina sostenendola militarmente sulla base del concetto di legittima difesa collettiva – ha spiegato il docente - è lecito farlo e forse anche doveroso visto che l’aggressore è bene identificato. Certamente prima o poi bisognerà addivenire ad un negoziato, ma gli eventi degli ultimi giorni ci dicono che la strada è tutta in salita. Sicuramente senza sostegno militare oggi l’Ucraina sarebbe già sotto occupazione russa. Esiste anche un problema di vantaggio tecnologico dell’Occidente rispetto ai mezzi obsoleti della Russia e questo pone delicati problemi di neutralità e di belligeranza abbastanza complessi».

Leggi anche

L'assemblea costituente si trovò largamente concorde nell'approvare questo articolo, in primis perché vi era la volontà di non ripetere gli errori fatti dal regime fascista che aveva trascinato l'Italia a combattere la Seconda guerra mondiale, con risultati disastrosi dal punto di vista economico e sociale. «Ad oltre un anno dall'inizio della guerra tra Russia e Ucraina che quotidianamente incide nella vita di ognuno di noi ed a seguito della marcia della pace organizzata a Locri lo scorso dicembre, riteniamo necessaria una ulteriore discussione pubblica sul ruolo dell'Europa nel processo di pace - dichiara la presidente Anpi di Locri-Gerace, Barbara Panetta - mettendo al centro della riflessione le indicazioni che i padri e le madri costituenti hanno voluto lasciarci all'indomani della fine del secondo conflitto mondiale, sancite con l'art. 11 della Costituzione italiana».