Tra i riconoscimenti assegnati nell’evento organizzato da Arcangela Galluzzo con Comune, Regione Lazio e Avviso Pubblico ci sono quelli al direttore strategico del gruppo Pubbliemme-Diemmecom-
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«La legalità è libertà» scriveva Goethe. Gli faceva eco il nostro padre costituente Piero Calamandrei: «La libertà è condizione ineliminabile della legalità; dove non vi è libertà non può esservi legalità». Chissà se Arcangela Galluzzo, quando ha scelto la farfalla come simbolo della “Notte bianca della legalità” di Fiumicino – evento che ha visto la collaborazione tra Comune di Fiumicino, Regione Lazio e Avviso Pubblico – pensava anche a questa dicotomia tra legalità e libertà, oltre che al “simbolo di trasformazione” per antonomasia, nel mondo animale.
Ma andiamo con ordine. Arcangela è donna del Sud, del sud più profondo: nata a Reggio Calabria, trasferitasi a Roma per scelta e per lavoro – politica attiva e amministrazione alla Regione Lazio e al Comune di Fiumicino, attivista di Avviso Pubblico, ora nuova direttrice dell'Istituto di Studi Giuridici del Lazio “A. C. Jemolo” – non ha mai dimenticato la Calabria. Il suo impegno tra Lazio e Calabria è diventato ancora più forte quanto a Roma è arrivata la ‘ndrangheta, e le battaglie per la legalità sono diventate necessarie. Tra le tante iniziative al suo attivo, la Notte bianca della Legalità di Fiumicino, che ha ottenuto il riconoscimento dal ministero dell’Interno “per essersi opposta con forza a intimidazioni provenienti dallo stesso mondo che oggi tenta di soffiare vanamente sul vento del sospetto”, va avanti da cinque anni. È un momento di consapevolezza ma anche di festa: una vera e propria kermesse in cui si incontrano le tante persone che da sempre hanno scelto da che parte stare, offrendo il proprio contributo alla lotta per la legalità.
Legalità che va insegnata fin dalle elementari, perché la legalità va raccontata, fatta comprendere: spesso è fatta di piccoli gesti quotidiani, dai quali nasce un senso di Stato e di appartenenza che diventa modo di essere cittadini.
C’erano i ragazzi dell’IC Fregene Passoscuro e dell’IIS Da Vinci, che hanno portato contributi straordinari. Michela Marocchini ha condotto una serata volata via tra narrazioni, performance, premiazioni. E c’eravamo anche noi: i premi giornalistici sono andati a Paola Bottero, direttore strategico del Gruppo Pubbliemme-Diemmecom-viaCondotti21, e Alessandro Russo, direttore editoriale del network LaC, oltre che a Fabrizio Feo, inviato Rai e memoria storica del giornalismo d’inchiesta sulla mafia. Bottero e Russo hanno raccontato la loro esperienza personale e professionale «in una terra che ti dà molto, ma è capace di toglierti tutto», per illustrare poi nei dettagli l’impegno del gruppo nella lotta per la legalità. «Lavorare per la legalità e per la libertà», ha sottolineato Alessandro Russo, «significa sapere sempre da che parte stare, dare una testimonianza attiva delle tante ricchezze della nostra Calabria, troppo spesso raccontata con gli stereotipi negativi di cui siamo vittime da troppo tempo. Solo una giusta informazione permetterà alle luci della nostra regione di essere più forti delle ombre che la vorrebbero ancora più relegata agli ultimi posti sociali, economici e culturali».
La legalità come dovere
Lottare per la legalità è un dovere, come più volte sottolineato da Arcangela Galluzzo: «Si fa perché si deve fare, senza aspettare un tornaconto, sapendo anzi che non ne viene nulla in cambio». A volte è più di un dovere, come evidenziato da Paola Bottero: «Dare voce a chi non ce l’ha più, raccontare la forza e la bellezza di chi ha lottato per una Calabria migliore, ha dato un senso al nostro lavoro, al nostro impegno, alla nostra professione. Penso a un nome su tutti: Mario Congiusta, che ha saputo urlare il bisogno di giustizia, che ha saputo orientare i ragazzi verso la legalità, che ha insegnato cosa significhi davvero essere liberi. Questo premio va a lui, a tutte le vittime innocenti delle mafie e ai loro familiari, “fine pena mai”, molti dei quali ancora attendono giustizia».
Tra performance e premi
Cinque ore di maratona, emozioni continue, performance che hanno rappresentato il coraggio nel combattere l’illegalità. Come Don Antonio Coluccia, che lotta contro la criminalità nelle periferie della capitale, premiato da Gianpiero Cioffredi, Presidente dell'Osservatorio per la legalità della Regione Lazio. O Annalisa Insardà e Vittoria Iannacone, che hanno portato sul palco “La Regina Nuda”, brano recitato e cantato di denuncia non solo delle mafie, ma anche del modo in cui la società sembra essersi assuefatta. Molto emozionante il momento in cui Federica Alderighi ha presentato MFF, Moscerine Film Festival, attraverso il cortometraggio realizzato da due fratelli under 12. Vincenzo Capua ha omaggiato la platea, oltre che con un suo brano, con la cover di “Pensa” di Fabrizio Moro, omaggio alla legalità.
Una serata di emozioni senza soluzione di continuità. Tra i tanti partecipanti Menestrella Femminista, Africa Sottosopra Onlus, Pino Calabrese, Valentina Fiordalice, Pino Manzella, Francesca Chiumento, Laura Lattuada, Blas Roca Rey, Ida Sansone, Margot Sikabonyi, Salvatore Giuffrida, Edoardo Morello, Massimo e Dario Vassallo per la Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore, Paolo Orneli e Melania, Angela Prudenzi.