VIDEO | Il presidente Anec Calabria ha partecipato al bando pubblicato ad agosto per la presidenza, ma ha avuto la meglio il commissario uscente Anton Giulio Grande
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Giuseppe Citrigno, presidente Anec Calabria (associazione nazionale esercenti cinema) ed ex componente della commissione cinema del Mibact, è stato per quattro anni presidente della Calabria Film Commission e, prima della nomina di Anton Giulio Grande (fresco di promozione come presidente dell'Ente), ultimo a guidare con quell'incarico la Fondazione.
Giovanni Minoli, nelle vesti di commissario straordinario, accettò a titolo gratuito, ma non come presidente. L'Era Minoli ebbe breve durata perché, dopo la morte di Jole Santelli che aveva fortemente voluto l'ideatore di Mixer in quel ruolo, e la parentesi Spirlì, Roberto Occhiuto, intanto salito in sella alla Regione, non lo riconfermò, facendo anche tramontare l'idea della lunga serialità, ma non degli Studios. Il progetto da 20 milioni di euro, marcia ora a pieno ritmo.
Ma sulla Fondazione, che ora è un tutt'uno con Calabria Straordinaria e col dipartimento turismo (parliamo di una fetta consistente di risorse economiche che viaggiano, nel complesso, sui 50 milioni di euro) dopo un'epoca di quiete, tira vento di tempesta. Prima il consigliere Alecci (Pd) e poi a stretto giro la deputata pentastellata Anna Laura Orrico e il consigliere grillino Tavernise, hanno chiesto conto a Occhiuto sulla scarsa trasparenza della Fondazione che nell'apposita sezione del sito non riporta più i dati in modo accessibile. Le determinazioni che contengono spese di viaggio, liquidazioni di consulenti vari, impegni di spese vari, sono solo indicate con un breve titolo. Secondo Orrico e Alecci sono più di 600 le determinazioni indicate solo sommariamente.
Citrigno sottolinea nell'intervista rilasciata a Cosenza Channel, come durante la sua gestione avesse ottemperato, invece, all'obbligo di riportare in modo chiaro e fedele, le determinazioni. «Mi avevano detto che c'era un dovere da parte nostra di scrivere in modo chiaro tutte le spese e i conti, si tratta di un ente pubblico, forse adesso non esiste più tale vincolo» dice facendo spallucce.
Nonostante la Fondazione sotto la sua gestione, spiega, avesse messo tutti i conti a posto, e avesse dato il via, grazie al varo della legge cinema voluta da Oliverio, a una serie di bandi indirizzati anche a cineasti e produzioni calabresi, alla sua scadenza si scelse la strada del commissariamento straordinario «che doveva traghettare verso un nuovo presidente». Ma il traghettamento è stato molto più lungo del previsto.
A fine agosto la Regione Calabria, dopo un breve periodo di vacatio, seguito alla scadenza del mandato da commissario dello stilista Grande, ha pubblicato un avviso pubblico per la ricerca del nuovo presidente. Hanno partecipato professionisti del cinema e del mondo della cultura, tra cui Citrigno. Il 5 settembre, nella shortlist dei papabili, compare anche il nome di Antonio Grande (nome di battesimo di Anton Giulio Grande). «Io credo, ma è una mia supposizione, che Grande non avesse dato in prima battuta la disponibilità a rivestire il ruolo di presidente - dice Citrigno nell'intervista - altrimenti non avrebbe avuto alcun senso fare un bando. Si tratta di un incarico fiduciario, il nome viene scelto direttamente dal governatore Occhiuto che avrebbe potuto tranquillamente bypassare il regolamento nella parte in cui prevede l'indizione di un bando. Credo che sia andata così, altrimenti non avrebbe molto senso».