VIDEO | Il Procuratore di Catanzaro ha partecipato a un convegno organizzato dall'Inps a Roma, in cui si è parlato anche di solidarietà, etica e diritti sociali
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«Tutto ciò che accade in Italia, in Calabria viene è amplificato». Nicola Gratteri ha parlato ai microfoni de LaCapitale durante il convegno “Legalità e Solidarietà: diritti ed etica per un welfare moderno”, organizzato a Roma dall’Inps. Ci avviciniamo a Pasqua e il pensiero va alla Via Crucis, simbolo di sofferenze antiche che oggi assume altre forme. Povertà, disuguaglianze, migrazioni, la fatica di vivere ogni giorno in terre di mafia.
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Ma non c’è rassegnazione nelle parole del Procuratore di Catanzaro. Più che di Via Crucis e di sofferenze, Gratteri vuole parlare di resurrezione e di speranza nel futuro: «Penso che qualcosa sia cambiato, questi anni non sono passati invano» dice, perché i calabresi, come tutti i meridionali, sono pessimisti. Sono così abituati alle difficoltà che l’essere nati qui gli ha messo sulle spalle, che non si fidano.
Gratteri, però, è ottimista, perché lui le cose le cambia ogni giorno: «Abbiamo la tendenza al pessimismo, ma abbiamo dimostrato che volendo le cose si possono fare» continua il procuratore. E ha una speranza, che è un invito ai calabresi a crederci ancora. «Vorrei invitare i calabresi a uscire dal torpore, vorrei convincerli ancora di più a denunciare. Voglio
convincerli ancora di più a credere in noi».
Al convegno voluto dall’Inps c’era anche padre Francesco Piloni, ministro della Provincia dei Frati Minori dell’Umbria, che a LaCapitale ha parlato della tragedia di Steccato di Cutro, vera Via Crucis della modernità. «Penso al viaggio di questi fratelli, una Via Crucis vera, solo che loro non si sono più rialzati - ha detto padre Francesco - il loro viaggio è finito, ma ora inizia il nostro, che è quello della responsabilità».
Anche padre Francesco Piloni ha parlato di sofferenza ma guardando oltre, alla speranza di una resurrezione: «Si risorge solo se si risorge insieme - riflette - Piloni ma qualcuno deve aprire la strada. Solidarietà è una bella parola, tuttavia bisogna mettere insieme tutte le forze al di là del colore politico. Un giorno i bambini ci chiederanno conto del perché non abbiamo accolto i fratelli sulle nostre coste e non abbiamo generato nuova vita. Allora di chi saremo compagni? Con chi faremo un patto di verità?».