Il docente Francesco Aiello nell’ultima puntata del format, traccia un quadro della situazione lavorativa regionale che è sempre più a tinte fosche
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Non ci gira intorno Francesco Aiello, docente al Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza dell’Unical. «La situazione lavorativa in Calabria è sempre più drammatica. Siamo la regione che ha il più alto numero di popolazione lavorativa sottoposta ad un graduale processo di invecchiamento. Il professore è stato ospite di Pasquale Motta nell'ambito della trasmissione Dentro la notizia.
A ciò si aggiunga un esercito di giovani, sostanzialmente senza speranza, ed è facile comprendere il perché sia così diffuso questo sentimento di sofferenza collettiva che non fa che produrre pensieri negativi, in grado di corrompere vite e di riempire di dolore e paura le esistenze. Da qui a qualche anno anche la situazione previdenziale potrebbe essere un disastro». Ma non vuole passare per Cassandra, il professor Aiello, alle sventure che un coro greco in sottofondo mormora, affianca anche dei numeri che supportano la sua analisi e la sua ricetta per raddrizzare la barra.
Le scorciatoie non abbreviano il cammino
«La verità è che qui il mercato del lavoro non è considerato un punto di riferimento per la ricerca di un reddito - dice - ed ecco che si fa ricorso a scorciatoie che non sono risolutive. Se vogliamo cambiare le cose sul lungo periodo, allora bisogna riformare la struttura produttiva di questa regione». Il docente snocciola dati, numeri, percentuali che non sono un’opinione: «Contiamo 521mila occupati che sono pochissimi, e abbiamo un tasso di disoccupazione pari al 18%. Ma quello che preoccupa di più è vedere dove sono impiegate queste persone, in quale segmento del mercato. Ebbene, dall’analisi vediamo che, in Calabria, il 70% dei lavoratori lo troviamo nel settore terziario, il 16% nell'industria e il 14% nel settore agricolo. A prima vista può sembrare una buona notizia ma non lo è – spiega Aiello – e spiego subito il perché: parliamo di settori a basso contenuto tecnologico e di una pubblica amministrazione che andrebbe ripensata».
L'impresa è creare imprese
La diagnosi, scherza amaramente, è grave e la prospettiva non delle migliori, se si considerano proiezioni Istat che annunciano un futuro catastrofico in cui il tasso di dipendenza economica arriverà al 220%. Un’ecatombe. «Le imprese in Calabria, e parlo di quelle che con grandi sforzi riescono ad affermarsi anche in campo internazionale, sono poche. È normale che se qui formiamo i giovani nel migliore dei modi e poi non sappiamo dove collocarli, cosa ci si può aspettare se non che se ne vadano fuori».
Nessuna "domanda", nessuna risposta
Ma uno spiraglio per chi decide di arrivare alla laurea c’è. «Anche qui ci vengono in soccorso i numeri: chi si laurea è statisticamente più agevolato nella ricerca di un lavoro: lo trova più facilmente, spesso riesce a occuparsi in un settore per cui ha studiato e ottiene stipendi più alti rispetto ad altri lavoratori non laureati. Il pensiero però deve andare a quanti non trovano lavoro, non studiano, dobbiamo chiederci: come ce ne prendiamo cura? – si domanda Aiello -. L’idea di ripensare i centri per l’impiego è nobile, ma se non c’è domanda c’è poco da fare»..
Rivedi la puntata di Dentro la notizia su LaC Play.