Il procuratore di Napoli al Premio Caccuri: «Abbiamo bisogno di sentirci sempre più tutti italiani, con gli stessi diritti e le stesse opportunità. Prima di approvare la legge uno Stato finora molto distratto avrebbe dovuto dare al Sud le stesse infrastrutture che ha il Nord»
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«Ritengo che l’autonomia differenziata non fosse una priorità per l'Italia. Ritengo che in questo momento abbiamo bisogno di unità, abbiamo bisogno anche dal punto di vista psicologico, anche dal punto di vista fattuale, abbiamo bisogno di sentirci sempre più uniti, sempre più tutti italiani, con gli stessi diritti e con le stesse opportunità». Non è mutata, rispetto agli ultimi mesi, la posizione del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, rispetto all’autonomia differenziata. Ospite al Premio Caccuri, paese del Crotonese del quale è anche cittadino onorario, ha risposto, ai microfoni di LaC News24, a un quesito sulla riforma voluta dal ministro agli Affari regionali Roberto Calderoli.
L’editoriale | L’autonomia che spacca l’Italia
Ma già qualche mese fa, a marzo scorso, in occasione della presentazione del libro dell’europarlamentare M5S Pasquale Tridico “Governare l'economia per non essere governati dai mercati", Gratteri aveva espresso parere ampiamente negativo sulla riforma che rischia di spaccare in due il Paese.
«Prima di parlare di autonomia differenziata – aveva detto – tu, Stato, mi devi costruire l’Alta velocità Salerno-Reggio Calabria, la Jonio-Tirreno, la Salerno-Taranto. Mi devi dare le stesse infrastrutture che ha il Nord. Mi devi garantire un aeroporto in cui il treno arriva accanto allo scalo. Non dove la ferrovia è a dieci chilometri. Prima mi risolvi i problemi del Sud». Sulle responsabilità degli amministratori del meridione, dice Gratteri, «potrei scrivere tre tomi, li conosco come le mie tasche». «Però – ha concluso – le infrastrutture delle quali ho parlato, e tante altre, le deve fare lo Stato centrale, che è stato molto disattento al Sud».
Mafia e dark web
«Sono affezionato a questo luogo – ha detto il magistrato riferendosi a Caccuri –, ho grande accoglienza ogni volta, è un luogo familiare, come detto sono cittadino onorario quindi non perdo occasione per venire qui». Per quanto riguarda l’ultimo libro scritto con il professore Antonio Nicaso, Il Grifone, presentato ieri sera, Gratteri ne ha spiegato il tema portante che «è quello di dimostrare, di spiegare la parte avanzata delle mafie, come le mafie utilizzano la tecnologia per arricchirsi o per commettere reati. Quindi una mafia che non spara più, una mafia che non la vediamo violenta ma una mafia molto addentrata nel dark web, una mafia che è in grado con dei software, attraverso anche quasi un comune telefono di comprare 2000 chili di cocaina attraverso il dark web, di ordinare un omicidio, di comprare un'arma da guerra».
«Stiamo perdendo terreno rispetto a questa punta avanzata delle mafie»
«Il senso della mia presenza anche questa sera – ha concluso il magistrato di Gerace – è quello di spiegare, di cercare di non usare termini tecnici, di spiegare in modo semplice cose complesse, cioè anche spiegare modifiche normative, anche spiegare di cosa avremo bisogno. E’ importante che l'opinione pubblica, i non addetti ai lavori capiscano, si rendano conto di ciò che sta accadendo e di ciò di cui avremo bisogno, perché continuando così stiamo sempre più perdendo terreno nei confronti di questa punta avanzata delle mafie».