La denuncia del titolare di un’attività che ha raccontato quanto accaduto durante la ricerca di una abitazione che potesse ospitare i giovani lavoratori, regolarmente assunti
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Non si fitta agli extracomunitari, nemmeno se con busta paga e in regola, nemmeno se a fare da garante è il loro titolare. Succede a Lamezia Terme dove, amareggiato da quanto accaduto per l’ennesima volta, un imprenditore ha lanciato il suo sfogo su facebook.
La ricerca della casa
Novanta metri quadri e qualche mobilio per 380 euro al mese la casa individuata tramite agenzia per tre ragazzi di colore. A chiamare è proprio il titolare che prende informazioni e riceve anche un appuntamento per potere visionare l'immobile. «Dopo aver sondato la disponibilità della "topaia" e aver avuto l'appuntamento rivelo il fatto che a cercare l'appartamento è un uomo di colore (anche se stavo pensando di non farlo, perché non era una notizia e non credevo avesse importanza ma visto le esperienze precedenti) e "magicamente" - sostiene - l'appartamento svanisce per l'indisponibilità della proprietaria, timorata di Dio, ad affittare ad extracomunitari!».
Lo sfogo dell'imprenditore
L’imprenditore spiega poi che si trattava della prima offerta ricevuta per quella casa che non esita a definire: «una topaia di 90 metri quadrati con tre sedie e un cucinino e definita semiarredata». «Ma non si affitta alle persone di colore – sottolinea - e non sono riuscito neanche ad avere più l'appuntamento con la signora per convincerla e dimostrarle che i giovani ai quali doveva affittare sono dei ragazzi che dire seri, lavoratori e "timorati di Dio" è poco!». «C'è sempre qualcuno più meridionale di te», è l’amara conclusione dell’uomo in una terra che ha vissuto la discriminazione e che ancora oggi, troppo spesso si trova ad affrontarla al Nord.